Comparto Sanità: proposta per uscire da stallo contrattuale per Infermieri, OSS e Professioni Sanitarie.
La mancata chiusura del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il comparto Sanità 2022-2024, culminata nello stallo del 14 gennaio 2025, evidenzia una crisi non solo contrattuale ma anche strategica per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Un contratto arenato nel tempo
Il blocco delle trattative era prevedibile, considerando i ritardi cronici che caratterizzano la contrattazione collettiva nel settore pubblico. L’incremento proposto del 5,78% appare ormai inadeguato, se confrontato con l’inflazione che, nel triennio 2022-2024, ha superato l’8%. Questo dato sottolinea che il problema non è solo “quanto” viene offerto, ma soprattutto “quando” le trattative si concludono.
Se il contratto fosse stato chiuso nel 2022, l’impatto degli aumenti salariali sarebbe stato decisamente diverso. Invece, i lavoratori della sanità si trovano a confrontarsi con un’erosione del potere d’acquisto, mentre il sistema sanitario pubblico affronta una fuga crescente di medici e infermieri.
Una proposta concreta: unire i trienni 2022-2024 e 2025-2027.
In questo contesto, emerge una proposta tanto semplice quanto rivoluzionaria: accorpare il triennio 2025-2027 al contratto arenato 2022-2024. Questo approccio consentirebbe di:
- Superare i ritardi cronici delle trattative.
- Adeguare gli aumenti salariali al calcolo dell’IPCA stimato per il periodo 2022-2027, pari al 14%.
- Ripristinare regole contrattuali spesso disattese, garantendo maggiore coerenza temporale.
L’idea richiederebbe un Atto di indirizzo rapido da parte del Comitato di settore, già previsto per implementare il comma 121 della legge di bilancio 2025.
La crisi del sistema sanitario.
Lo stallo contrattuale si intreccia con una crisi più ampia. I concorsi per l’assunzione di personale sanitario vanno deserti, soprattutto nel Nord Italia. Ad esempio, in una ASST lombarda, un concorso per 24 infermieri ha visto solo 6 candidati idonei, di cui uno solo ha accettato l’incarico.
Anche la tendenza a reclutare operatori sanitari temporanei (detti “gettonisti”) tra OSS e infermieri evidenzia il collasso di un sistema che fatica a competere con il settore privato e con le offerte di lavoro all’estero.
Le domande senza risposta.
A più di tre anni dalla scadenza del contratto precedente, resta un interrogativo cruciale: perché gli Atti di indirizzo per avviare le trattative non sono ancora stati redatti?
Questa mancanza di iniziativa da parte di Governo, Regioni e ARAN dimostra quanto la crisi della Sanità pubblica sia sottovalutata. Eppure, trovare una soluzione rapida è fondamentale non solo per garantire il diritto alla salute dei cittadini, ma anche per valorizzare i professionisti che ogni giorno lavorano per mantenere in vita un sistema in difficoltà.
L’accorpamento come momento concreto per uscire dalla crisi attuale.
L’accorpamento dei due trienni contrattuali rappresenta una possibilità concreta per uscire dall’impasse. Tuttavia, richiede volontà politica, risorse certe e il superamento delle logiche tattiche che continuano a paralizzare il comparto sanità. Solo così sarà possibile garantire un futuro più stabile e sostenibile al nostro Servizio Sanitario Nazionale.
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