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Aggressione ai medici e infermieri dopo un decesso: cinque familiari rinviati a giudizio.

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Il 21 febbraio 2025 inizierà il processo contro cinque parenti di Natasha Pugliese, la giovane di 23 anni deceduta il 4 settembre 2024 durante un intervento chirurgico presso il Policlinico di Foggia. Gli imputati, tra cui il padre, due fratelli, una sorella e lo zio della vittima, sono accusati di aver aggredito fisicamente cinque medici dell’ospedale, scatenando un episodio di violenza che ha avuto un forte impatto sull’opinione pubblica.

L’accusa, portata avanti dal pubblico ministero Paola De Martino, include reati di lesioni personali, minacce e interruzione di pubblico servizio. Gli imputati saranno difesi dall’avvocato Francesco Santangelo.

Le origini del caso.

Natasha era stata ricoverata il 18 giugno 2024 a seguito di un grave incidente stradale verificatosi nei pressi dello stadio di Cerignola. Investita da un’auto mentre era in monopattino, aveva riportato gravi lesioni che l’avevano portata a sottoporsi a diversi interventi chirurgici. Durante uno di questi, le sue condizioni si sono aggravate, causando il decesso.

L’aggressione, avvenuta poco dopo l’annuncio della sua morte, ha visto i familiari reagire con estrema violenza verso i medici e il personale sanitario presente, arrivando a danneggiare anche una guardia giurata e un agente di polizia intervenuto sul posto.

Un episodio che solleva interrogativi.

Oltre al processo per l’aggressione, rimane aperta l’inchiesta sulla presunta responsabilità medica per il decesso della giovane. Ventidue operatori sanitari sono attualmente sotto indagine per omicidio colposo.

Questo caso mette ancora una volta in evidenza le tensioni che possono sorgere in situazioni di emergenza medica e la necessità di garantire la sicurezza del personale sanitario, sottoposto a pressioni crescenti nel loro lavoro quotidiano.

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