Aumenti record per gasolio e benzina: Infermieri, OSS Professioni Sanitarie in difficoltà.
Il prezzo di gasolio e benzina continua a salire, mettendo in seria difficoltà i lavoratori pendolari, in particolare infermieri, OSS e professionisti sanitari. Per queste categorie, il costo dei viaggi quotidiani verso ospedali e strutture sanitarie ha ormai raggiunto livelli insostenibili, arrivando a incidere fino al 30% dello stipendio mensile.
Le proteste dei lavoratori e del Codacons.
Le associazioni di categoria e il Codacons hanno lanciato l’allarme, chiedendo interventi immediati per arginare questa emergenza. Per molti lavoratori, soprattutto in aree rurali o periferiche dove i trasporti pubblici sono carenti, l’auto privata è l’unico mezzo per raggiungere il luogo di lavoro.
“La situazione è diventata insostenibile”, affermano gli operatori sanitari. “Lavoriamo per salvare vite ogni giorno, ma siamo costretti a sacrificare una parte significativa del nostro stipendio per pagare il carburante. Non possiamo più accettarlo”.
Il Governo Meloni minimizza.
Nonostante le proteste crescenti, il Governo Meloni sembra sottovalutare la portata del problema. L’esecutivo ha dichiarato che gli aumenti sono legati a dinamiche internazionali e a fattori di mercato, evitando però di proporre misure concrete per alleviare il peso sulle spalle dei lavoratori.
Le conseguenze sulla sanità pubblica.
Questa situazione rischia di avere un impatto devastante sul sistema sanitario. Con stipendi già bassi e costi di viaggio sempre più alti, molti professionisti potrebbero considerare di abbandonare il lavoro o trasferirsi in zone più vicine al luogo di impiego, aggravando ulteriormente la carenza di personale in molte aree del Paese.
Le richieste dei lavoratori.
Infermieri, OSS e professionisti sanitari chiedono al Governo:
- Misure di sostegno economico, come rimborsi per le spese di carburante o agevolazioni fiscali.
- Investimenti nei trasporti pubblici, per garantire alternative più economiche e sostenibili.
Interventi sui prezzi dei carburanti, con un controllo più stringente sulle accise e sugli aumenti ingiustificati.
Un appello per il futuro.
Il caro carburante non colpisce solo i lavoratori sanitari, ma l’intera società. Garantire che chi salva vite ogni giorno possa lavorare senza ulteriori preoccupazioni economiche è una responsabilità collettiva. È necessario agire subito per evitare che il sistema sanitario e i suoi operatori paghino il prezzo di una crisi che non hanno causato.
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