AMSI-UMEM-CO-MAI-UNITI PER UNIRE: Ferma condanna per l’attentato di Magdeburgo e solidarietà al popolo tedesco ccc
Prof. Foad Aodi: “La violenza non può mai prevalere sulla convivenza pacifica. Le comunità di origine straniera in Europa sono parte integrante di una società che crede nei valori della pace e del rispetto reciproco. Siamo vicini alle famiglie delle vittime. Diciamo ancora una volta no a qualsiasi tipo di odio e violenza.”
ROMA, 23 DICEMBRE 2024 – A seguito dell’attentato avvenuto a Magdeburgo, in Germania, che ha provocato vittime e numerosi feriti innocenti, AMSI (Associazione Medici di Origine Straniera), UMEM (Unione Medica Euromediterranea), Co-MAI (Comunità del Mondo Arabo in Italia) e il Movimento Internazionale Transculturale Uniti per Unire esprimono senza mezzi termini la loro più ferma condanna per questo vile atto di terrorismo.
Si tratta di una violenza insensata che non ha alcuna giustificazione e che non può in alcun modo essere associata alle comunità straniere, né alle persone di origine araba e musulmana che vivono e lavorano in Europa nel rispetto delle leggi e dei valori condivisi.
Ancora una volta, come in passato, anche in questa circostanza il Prof. Foad Aodi, medico, giornalista, esperto di salute globale e geopolitica internazionale, membro del Registro Esperti FNOMCEO, già quattro volte Consigliere dell’Ordine dei Medici di Roma e docente all’Università di Tor Vergata, interviene con una dichiarazione, a nome dei direttivi delle associazioni sopra citate, di forte condanna contro qualsiasi fenomeno di terrorismo e violenza:
“L’attentato di Magdeburgo è una tragedia che ci colpisce profondamente. Esprimiamo la nostra solidarietà alle vittime e alle loro famiglie, e condanniamo senza riserve questo atto di violenza. Le nostre associazioni sono da sempre impegnate per la promozione dell’integrazione, del dialogo e della convivenza pacifica tra persone di diverse origini culturali e religiose. Non possiamo permettere che un atto folle da parte di un singolo individuo macchi la reputazione delle comunità di origine straniera in Germania e in Europa. Le persone che, come noi, vivono in questi Paesi rispettando le leggi e contribuendo al benessere sociale ed economico, non devono essere accusate o stigmatizzate per azioni che non hanno nulla a che vedere con i valori di pace e solidarietà che da sempre sosteniamo.”
Il Prof. Aodi aggiunge: “Questo gesto di violenza non deve mai essere utilizzato per giustificare l’odio, né per dividere le nostre comunità. Noi siamo convinti che l’Europa debba rimanere un continente di accoglienza, dove ogni persona, indipendentemente dalla sua origine, può vivere in armonia e nel rispetto delle leggi. La nostra risposta deve essere quella dell’unità, del dialogo e del rifiuto categorico della violenza.”
Le associazioni ribadiscono il loro impegno quotidiano per promuovere il dialogo interculturale e interreligioso, in particolare attraverso iniziative come quelle della Co-MAI, che da sempre lavora per la costruzione di ponti tra le religioni e le diverse culture. In questo momento di dolore, si esprime ancora una volta la vicinanza alle vittime dell’attentato, alle loro famiglie e a tutti coloro che sono stati colpiti da questo atto barbaro.
“Siamo tutti uniti contro l’odio e la violenza,” afferma ancora il Prof. Aodi. “Insieme, continueremo a lottare per la pace, la solidarietà e il rispetto reciproco, senza cedere alla paura o alla divisione.”
Le associazioni AMSI, UMEM, Co-MAI e Uniti per Unire confermano il proprio impegno e la propria battaglia, sin dalle loro fondazioni, a favore di un’Europa integrata, pacifica e rispettosa delle diversità, dove ogni individuo, indipendentemente dalla sua origine, possa contribuire attivamente alla crescita e al benessere della società.
L’impegno dell’associazionismo sempre in prima linea
“La Comunità del Mondo Arabo in Italia e l’Unione Medica Euro Mediterranea, all’interno del Movimento Uniti per Unire, esprimono solidarietà al popolo tedesco e condannano fermamente l’attentato, come abbiamo sempre fatto. Condanniamo ogni forma di violenza senza ambiguità, con tempestività e senza alcuna giustificazione, perché la violenza va sempre rigettata senza “se” e senza “ma”, mettendoci la faccia e senza ambiguità.
Per l’esperienza che ci ha visti in prima linea contro il terrorismo e l’estremismo, possiamo dire con certezza che siamo passati da una fase in cui i terroristi sfruttavano ingiustamente la religione islamica, che non aveva alcuna relazione con i loro atti. Basta guardare la storia dal 2010 a oggi.
Ora, però, ci troviamo di fronte a un nuovo fenomeno: persone che attaccano l’Occidente affermando di difendere l’Islam o di voler integrare l’Islam. Si tratta di un estremo che, come il precedente, deve essere condannato. Il mondo arabo è sicuramente scioccato da questa ultima vicenda, che vede un musulmano attaccare l’Occidente con la giustificazione di voler integrare i musulmani o di lavorare per la loro integrazione.
Questa storia è molto strana. Non a caso l’Arabia Saudita aveva avvertito il governo tedesco, ma resta da capire perché le autorità tedesche non abbiano colto o risposto a quell’avvertimento. Noi continuiamo a metterci la faccia, sia in Italia sia in Europa, per combattere ogni forma di radicalizzazione, estremismo e discriminazione, anche di tipo religioso.
Dall’altra parte, chiediamo che episodi come questo non vengano strumentalizzati per attaccare il mondo musulmano, quello arabo o le comunità che vivono in Europa. È importante sottolineare che le comunità arabe e musulmane sono da anni impegnate contro il terrorismo e il fanatismo, e lavorano quotidianamente per l’integrazione.
La vittima di questi attentati non è solo la popolazione civile occidentale, spesso di origine straniera, ma anche i veri musulmani e lo stesso Islam autentico. Negli ultimi anni, infatti, l’Islam è stato sfruttato in modi estremi e contraddittori, e questa vicenda evidenzia un fenomeno preoccupante che merita di essere compreso più a fondo, soprattutto riguardo al caso di un medico-psichiatra.
Proprio per questo, i medici di origine straniera e quelli di tutte le religioni e nazionalità sono impegnati a difendere la democrazia, la libertà, i diritti umani e il diritto alla salute. Non è una questione di religione né di professione. È essenziale comprendere quali disturbi psicologici possano portare una persona a compiere un atto del genere e combattere ogni forma di radicalizzazione, inclusa quella contro lo stesso Islam.
Basta ricordare i nostri impegni, ormai riconosciuti a livello internazionale, nel promuovere il dialogo e nell’assumere una posizione chiara contro il terrorismo. Tra questi, l’iniziativa di “musulmani in chiesa” e “cristiani in moschea”, quest’ultima l’11 settembre 2016, le feste del dialogo e le celebrazioni interreligiose.
Tutto questo è stato possibile grazie al Dipartimento per il Dialogo Interreligioso e il Rispetto Reciproco del Movimento Uniti per Unire, e con la Co-mai, che sono impegnati quasi quotidianamente con i nostri esponenti per raggiungere questi obiettivi.
Ci auguriamo sinceramente che l’informazione possa favorire l’integrazione e che non si generino comunicazioni o disinformazioni che alimentino discriminazioni interreligiose, pregiudizi o odio verso le comunità musulmane e arabe”.
Così dichiarano i Consigli Direttivi, insieme al Prof. Foad Aodi, medico palestinese, giornalista internazionale iscritto all’albo di Roma e del Lazio, ed esperto di salute globale, Kamel Belaitouche vice presidente Co-mai e Kamran Paknegad Segreterio Generale Amsi, con il Dr. Nadir Aodi Podologo, Coordinatore Commissioni “Podologi” e “Nuove Generazioni” di Amsi UN@UN e UMEM.
Ufficio Stampa Co-mai ed UMEM
Sede operativa presso il Centro Medico Iris Italia
Via Valsavaranche 83-85 Roma 06.8862793
www.unitiperunire.org
Tel. 338 717 7238
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