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Infermieri: perché è sbagliato non segnalare eventi avversi? L’incident reporting tutela professionisti e pazienti.

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Nel panorama sanitario odierno, la medicina si sta orientando sempre più verso un approccio difensivo, spesso dettato dalla paura di implicazioni legali. Questa ansia può spingere alcuni infermieri a evitare di segnalare eventi avversi che si verificano durante il lavoro, privando il sistema sanitario di un’opportunità cruciale: imparare dagli errori per migliorare la sicurezza e la qualità dell’assistenza.

L’importanza dell’incident reporting.

L’incident reporting è una pratica fondamentale per documentare e analizzare gli eventi indesiderati che possono accadere durante l’assistenza sanitaria, come errori terapeutici, infortuni o complicazioni inattese. Questi rapporti permettono alle strutture sanitarie di individuare le cause degli incidenti, correggere le criticità e prevenire il ripetersi di situazioni simili. Tuttavia, numerosi studi evidenziano un problema significativo: il sotto-segnalare gli eventi avversi (underreporting), che ostacola l’apprendimento dagli errori e la crescita di una cultura della sicurezza.

Perché gli infermieri evitano di segnalare.

Le ragioni alla base del mancato reporting degli eventi avversi sono molteplici:

  • Paura di conseguenze legali o disciplinari: molti temono sanzioni, danni alla carriera o perfino il licenziamento.
  • Cultura della colpa: gli errori sono spesso percepiti come fallimenti individuali anziché opportunità di miglioramento collettivo.
  • Stigma e giudizio: il timore di essere giudicati dai colleghi o superiori scoraggia la segnalazione.
  • Sistema inefficiente: la mancanza di procedure chiare e sicure, oltre al carico di lavoro elevato, rende difficile dedicare tempo alla compilazione dei rapporti.
  • Assenza di feedback: quando le segnalazioni non ricevono riscontri o azioni correttive, si riduce la motivazione a segnalare ulteriori eventi.

La legge Gelli-Bianco e il cambiamento culturale.

In Italia, la legge 24/2017 (Gelli-Bianco) ha introdotto importanti disposizioni per incentivare la segnalazione degli eventi avversi. Tra le novità:

  1. Obbligo di segnalazione: ogni operatore sanitario deve comunicare gli eventi attraverso un sistema strutturato e centralizzato.
  2. Tutela legale: la legge protegge gli operatori da sanzioni disciplinari per segnalazioni effettuate in buona fede, salvo dolo o colpa grave.
  3. Responsabilità delle strutture: le organizzazioni sanitarie sono ritenute responsabili degli eventi causati da carenze organizzative o risorse insufficienti.
  4. Promozione della formazione: è obbligatoria la formazione continua del personale sulla sicurezza e gestione del rischio clinico.

Questi cambiamenti normativi puntano a creare un ambiente in cui gli operatori sanitari possano segnalare senza timore, contribuendo a un miglioramento continuo della qualità delle cure.

Segnalare un errore: un atto di responsabilità.

Nonostante le difficoltà, segnalare un errore non è sinonimo di fallimento, ma di consapevolezza e responsabilità professionale. La segnalazione consente di proteggere i pazienti, migliorare le procedure e ridurre il rischio di eventi futuri.

Per promuovere una maggiore trasparenza, è essenziale:

  • Diffondere una cultura non punitiva, in cui gli errori siano visti come opportunità di apprendimento.
  • Garantire sistemi di segnalazione anonimi per ridurre il timore di ripercussioni.
  • Rafforzare la fiducia tra personale e gestione, dimostrando che le segnalazioni portano a miglioramenti concreti.

In un sistema sanitario che valorizza la sicurezza, ogni segnalazione rappresenta un passo verso una cura più efficace, responsabile e umana.

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