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Brioche con droga per il paziente: Infermiera condannata a 8 mesi di carcere.

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Un episodio inquietante ha scosso il reparto di Pneumologia dell’ospedale Maggiore di Cremona: una 41enne, infermiera di professione, è stata condannata a otto mesi di prigione e una multa di 400 euro per aver cercato di consegnare una brioche contenente droga a un paziente. Questo atto, che ha avuto luogo un anno fa, ha sollevato seri interrogativi sulle dinamiche di abuso all’interno delle strutture sanitarie.

L’accaduto: una “colazione” con sorpresa.

Mercoledì 6 dicembre 2023, Maria, un’infermiera del reparto di Pneumologia, ha ricevuto una “colazione” da una donna sconosciuta. Il pacchetto bianco, apparentemente una brioche, conteneva invece 5 grammi di cocaina ed eroina destinati a un paziente ricoverato. Tuttavia, durante le operazioni di consegna, il pacchetto è scivolato dalle mani di Maria, rivelando la sostanza illecita all’interno.

L’infermiera ha subito allertato la coordinatrice e il vice primario del reparto per capire cosa stesse accadendo, ma le indagini successive hanno confermato la gravità della situazione. Non solo il paziente era un cliente del fidanzato di Maria, ma l’uomo era anche noto alle forze dell’ordine per i suoi legami con il traffico di droga.

Un legame pericoloso.

L’indagine condotta dalla polizia ha rivelato che il paziente era molto legato al fidanzato di Maria, un uomo con precedenti penali per reati legati alla droga. La donna che aveva consegnato il pacchetto è stata identificata grazie alle telecamere di sorveglianza, che hanno confermato la sua presenza all’ingresso del reparto poco prima che il pacchetto venisse trovato.

La condanna di Maria è stata determinata dalla procura, che ha evidenziato l’aggravante di aver commesso il reato all’interno dell’ospedale. Nonostante la droga non sia mai arrivata a destinazione, il tentativo di cedere stupefacenti in un ambiente sanitario ha avuto conseguenze legali significative.

La difesa e la sentenza.

Il difensore di Maria, l’avvocato Annamaria Petralito, ha cercato di smontare le accuse sostenendo che non vi fosse prova che la donna avesse partecipato consapevolmente all’atto criminoso. In alternativa, la difesa ha chiesto una condanna per tentata cessione con la riduzione della pena. Tuttavia, il tribunale ha ritenuto che le prove fossero sufficienti per una condanna a 8 mesi di prigione, senza concessioni per la sospensione condizionale della pena.

Le implicazioni di un atto illecito in Ospedale.

Questo episodio solleva preoccupazioni sul controllo e sulla sicurezza all’interno delle strutture sanitarie. Sebbene non si tratti di un caso isolato, è fondamentale che vengano rafforzati i sistemi di prevenzione e monitoraggio per evitare che ambienti di cura siano sfruttati per attività illecite. Gli ospedali, luoghi di fiducia, devono garantire la sicurezza sia per i pazienti che per il personale sanitario, preservando l’integrità delle istituzioni che li ospitano.

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