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Amsi, Umem, Uniti per Unire: “Le richieste di sostituzione dei medici di famiglia aumentate del 42% negli ultimi 5 anni. Solo l’11% dei medici di origine straniera sono però medici di famiglia o pediatri convenzionati”.

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7057012_16213540_medico_di_base Amsi, Umem, Uniti per Unire: “Le richieste di sostituzione dei medici di famiglia aumentate del 42% negli ultimi 5 anni. Solo l'11% dei medici di origine straniera sono però medici di famiglia o pediatri convenzionati”.

Aodi : “La situazione è ormai fuori controllo e non possiamo permetterci che milioni di italiani restino senza un medico di famiglia. Le carenze sono tangibili in tutte le regioni, e il sistema sanitario italiano rischia il collasso”

ROMA 2 DIC 2024 – La crisi della medicina generale in Italia sta raggiungendo livelli preoccupanti, con una crescente carenza di medici di base che rischia di lasciare milioni di italiani senza il fondamentale supporto di un medico di famiglia. 

Negli ultimi cinque anni, le richieste di sostituzione dei medici di famiglia pervenute all’Amsi (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia) sono aumentate del 42%, con un picco nelle regioni del Lazio, Sardegna, Sicilia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Calabria e Puglia. 

A peggiorare la situazione, c’è un dato davvero preoccupante: solo l’11% dei medici di origine straniera in Italia sono attualmente medici di famiglia o pediatri convenzionati, nonostante la crescente domanda di assistenza primaria.

Il Prof. Foad Aodi, leader e fondatore di Amsi, Umem (Unione Medica Euromediterranea) e del Movimento Internazionale Transculturale Uniti per Unire, nonchè medico e giornalista esperto internazionale esperto di salute globale, nonché membro registro esperti FNOMCEO e già 4 volte Consigliere dell’Ordine dei Medici di Roma e docente all’università di Tor Vergata per fisioterapisti ed Infermieri, lancia un appello urgente: “La situazione è ormai fuori controllo e non possiamo permetterci che milioni di italiani restino senza un medico di famiglia. Le carenze sono tangibili in tutte le regioni, e il sistema sanitario italiano rischia il collasso. La soluzione è aprire l’accesso alla professione di medico di famiglia anche ai medici di origine straniera, rimuovendo l’obbligo di cittadinanza italiana per accedere alla formazione. Questo potrebbe rappresentare un primo passo per colmare il vuoto che ogni anno si allarga sempre di più”.

La Situazione Attuale: Un Problema Incombe su Tutta Italia

Negli ultimi anni, le difficoltà di trovare un medico di famiglia sono aumentate significativamente, in particolare nelle già citate regioni. Un dato che riflette la crescente difficoltà di mantenere la medicina territoriale in equilibrio, con un numero sempre più alto di pensionamenti e una mancanza di nuovi ingressi per colmare i posti vacanti.

Le statistiche Amsi, aggiornate a novembre 2024, mostrano, inoltre, che, mentre i medici di origine straniera costituiscono una parte fondamentale della forza lavoro sanitaria italiana, solo l’11% di questi professionisti è impegnato come medico di famiglia o pediatra convenzionato. 

Un dato che evidenzia come la formazione specialistica sia maggiormente attrattiva rispetto alla medicina di base, dove i guadagni sono inferiori e le difficoltà quotidiane sono superiori.

Le Cause della Carenza: Stipendi Bassi e Lavoro Stressante

Il Prof. Aodi sottolinea che la difficoltà di attrarre nuovi medici nella medicina generale è legata a fattori economici e lavorativi. 

“I medici di base guadagnano circa 3,50 euro per paziente, con un numero ottimale di circa 1.300 pazienti. Nonostante questo, devono affrontare un carico di lavoro eccessivo e una burocrazia insostenibile. Al contrario, i medici specialisti, che lavorano in ospedale o come ‘gettonisti’, possono guadagnare fino a 6mila euro al mese lavorando solo 9 turni. Questo divario economico è una delle ragioni principali per cui i giovani medici preferiscono specializzarsi anziché diventare medici di base”, afferma Aodi.

Proposte di Soluzione: Maggiore Inclusività e Supporto alla Medicina di Base

Per affrontare questa crisi, le associazioni Amsi e Uniti per Unire propongono una serie di riforme urgenti:

– Rimozione dell’obbligo di cittadinanza italiana per i corsi di medicina generale: È fondamentale aprire l’accesso alla professione di medico di famiglia anche ai medici di origine straniera, una categoria che già rappresenta un supporto cruciale per la sanità italiana, ma che viene ancora poco valorizzata nel settore della medicina di base.

Semplificazione della burocrazia sanitaria: Ridurre il carico burocratico che grava sui medici di base per liberare tempo e risorse per la cura diretta dei pazienti. La digitalizzazione e l’automazione dei processi burocratici sono strumenti che potrebbero alleggerire il lavoro quotidiano dei medici.

– Rivalutazione del ruolo del medico di famiglia: È necessario aumentare l’attrattività della professione, migliorando le condizioni di lavoro e aumentando la remunerazione per i medici di base. Un sistema che riconosca adeguatamente il valore del lavoro svolto dalla medicina territoriale è essenziale per evitare il collasso del sistema sanitario.

Incentivare i medici a lavorare nelle zone più svantaggiate: È importante creare incentivi per i medici che decidono di operare in aree più disagiate, dove la carenza di professionisti è più marcata.

Un Appello alla Politica: “Interventi Immediati”

Il Prof. Foad Aodi conclude: “L’Italia si trova di fronte a una crisi senza precedenti nel settore della medicina generale. Senza interventi rapidi e strutturali, rischiamo di vedere milioni di cittadini senza accesso alle cure primarie. Le nostre proposte non sono solo soluzioni tecniche, ma un appello per salvare la sanità pubblica e garantire a tutti i cittadini il diritto a un medico di famiglia. È ora di agire prima che sia troppo tardi”.

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