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In una Sanità tra passato e presente l’infermiere comincia ad essere assente.

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Anni 70-80.

Negli anni passati, la professione infermieristica era tra le più desiderate, attirando giovani di ogni età sia per il suo valore intrinseco, sia come mezzo di realizzazione sociale. In quel periodo, l’emigrazione era particolarmente diffusa nel Sud. Con uno stipendio, si poteva mantenere dignitosamente una famiglia e costruire un futuro per i figli. Molti colleghi in quegli anni hanno acquistato case, automobili e permesso ai loro figli di studiare. La professione era principalmente centrata sulla terapia e sulla relazione, con un semplice registro delle consegne, e consisteva in compiti tecnici-esecutivi e domestici. Un ambiente di assistenza quasi familiare.

Anni ’90-2000.

Dagli anni novanta, la professione infermieristica assume un ruolo di rilievo nell’agenda politica. Grazie alla pressione di categoria e sindacati, la professione è in fermento. Con la legge 502/92, la formazione infermieristica viene trasferita completamente all’università. I primi diplomi universitari vengono introdotti con la legge 341/90. Così, l’infermiere si evolve da professione ausiliaria a sanitaria, con un percorso di studi chiaro e il profilo professionale 739/94.

Anni 2000 – 2020.

Dagli anni 2000, la crescente professionalizzazione ha iniziato a diminuire per varie ragioni. Questo fenomeno ha portato a una riduzione degli iscritti, fino a una vera e propria carenza, con una scarsa attrattiva verso questa professione. Ormai è considerata quasi marginale tra le professioni sanitarie, a causa di un contesto in cui il lavoro nel settore è aumentato esponenzialmente, mentre i valori sociali si sono erosi. Viviamo in un’epoca in cui la vita umana sembra avere sempre meno valore, e avvengono omicidi anche per gioco. Incredibile. La pandemia di COVID ha messo in risalto sia la carenza che la necessità di questa figura professionale. Le assunzioni a tempo determinato sono state implementate rapidamente in tutta Italia, per far fronte all’emergenza.

Anno 2024.

Nel presente, sono emerse nuove figure professionali come l’assistente infermiere e la laurea specialistica in tre ambiti, generando fermento e insoddisfazione. L’evoluzione della professione è incerta, ma è essenziale considerare alcuni dati: il calo degli iscritti a infermieristica, la scarsa attrattività della professione, e il personale attuale che, se possibile, cerca alternative. Chi rimane affronta un logorio sia mentale che fisico, con problemi in crescita. L’infermiere, oggi, è visto come un tecnico dell’assistenza, data la crescente domanda di cure e il poco tempo disponibile per un semplice saluto. La sofferenza è in aumento e l’assistenza è insufficiente. In passato, gli infermieri si sentivano gratificati, ma ora si percepiscono come numeri che corrono da una parte all’altra del reparto. La professione è passata da gratificante a umiliante, rendendo difficile una vita dignitosa. Auguriamo alla professione infermieristica di poter riflettere su questa situazione, sperando in una presa di coscienza da parte della politica. Invece di proclami vuoti, è necessario coinvolgere tutte le componenti della società civile per dimostrare sensibilità verso un sistema sanitario in crisi, in una società sempre più distratta dal valore della vita umana.  

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Autore

  • EmilioCariati In una Sanità tra passato e presente l’infermiere comincia ad essere assente.

    Infermiere di professione, nel tempo libero si dedica alla scrittura di riflessioni sulla vita, ispirate in gran parte dalla sua esperienza lavorativa. Il contatto quotidiano con la sofferenza e il disagio umano gli permette di osservare una società che, nonostante i suoi progressi, appare spesso lontana dalla vera civiltà. Ha pubblicato due libri: "Strade senza cuore, gente senza amore" e "Quando la malattia diventa un optional". Inoltre, ha scritto numerosi articoli per quotidiani e riviste.

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Infermiere di professione, nel tempo libero si dedica alla scrittura di riflessioni sulla vita, ispirate in gran parte dalla sua esperienza lavorativa. Il contatto quotidiano con la sofferenza e il disagio umano gli permette di osservare una società che, nonostante i suoi progressi, appare spesso lontana dalla vera civiltà. Ha pubblicato due libri: "Strade senza cuore, gente senza amore" e "Quando la malattia diventa un optional". Inoltre, ha scritto numerosi articoli per quotidiani e riviste.

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