Ceccarelli (Coina): «Aumento dell’Indennità Infermieristica “a rate”: l’ennesima occasione persa».
Valorizzazione professionisti sanitari, la svolta è ancora lontana anni luce. Quanto dovremo ancora patire? Il rischio è il collasso totale del nostro sistema sanitario.
ROMA 29 OTT 2024 – A seguito delle recenti dichiarazioni di “soddisfazione” espresse dalla presidente della FNOPI, Dott.ssa Barbara Mangiacavalli, riguardo all’aumento dell’indennità infermieristica, inserito nella legge di Bilancio 2025, il COINA (Sindacato delle Professioni Sanitarie) ritiene doveroso esprimere alcune considerazioni sul reale impatto di questa misura.
Marco Ceccarelli, segretario nazionale COINA, interviene in merito: “Pur riconoscendo la volontà del Governo di incrementare le risorse destinate all’indennità di specificità infermieristica, è difficile accogliere con pieno entusiasmo una misura così dilazionata e frammentata. L’aumento previsto è sì un passo avanti, ma inadeguato e distribuito in modo insufficiente per soddisfare le esigenze reali degli infermieri.”
Nel dettaglio, la legge di Bilancio prevede un incremento di 35 milioni di euro per il 2025, con un aumento successivo a 285 milioni dal 2026. Questi fondi, che rispondono solo in parte alle necessità economiche avanzate dalla categoria, rappresentano un’azione minima rispetto alle richieste storiche degli infermieri e appaiono come una risposta temporanea, che non risolve assolutamente le problematiche strutturali che ci portiamo dietro da tempo.
Le risorse stanziate non possono certo rispondere alle sfide che i professionisti infermieristici affrontano quotidianamente nel Servizio sanitario nazionale,” continua Ceccarelli.
“Con la recente proposta di CCNL, vediamo ancora una volta un impegno insufficiente da parte delle istituzioni, che si limita a poche modifiche organizzative e non offre il riconoscimento economico che i professionisti meritano.”
L’adeguamento dell’indennità si tradurrà infatti in un incremento netto di soli 7 euro mensili nel 2025, che saliranno a circa 60 euro dal 2026. Si tratta di un riconoscimento simbolico, che non rispecchia l’impegno e la professionalità degli infermieri, anzi conferma una differenziazione insufficiente tra le responsabilità degli operatori sanitari.
“Non possiamo accontentarci di interventi dilazionati e rateizzati: gli infermieri meritano un riconoscimento sostanziale, non semplici concessioni,” afferma ancora Ceccarelli.
COINA ribadisce dunque la necessità di un confronto serio e concreto sul CCNL 2024-2026, che includa l’adeguata valorizzazione economica e professionale degli infermieri.
In un momento cruciale per la professione infermieristica, è difficile comprendere quale sia la reale posizione della FNOPI (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche) rispetto alle istanze fondamentali degli infermieri.
Il segretario nazionale COINA, Marco Ceccarelli, esprime grande perplessità riguardo agli ultimi sviluppi e decisioni della Federazione.
“Stentiamo a comprendere da che parte stia la nostra Federazione in questo delicatissimo momento storico. Prima vediamo una spinta decisa verso le nuove lauree magistrali cliniche, promosse insieme al Ministro Schillaci, senza aver prima consolidato quella necessaria valorizzazione economica e professionale per gli infermieri di base, un obiettivo rimasto tristemente in sospeso da troppo tempo. E ora, di fronte alla notizia dell’arrivo di migliaia di infermieri dall’India, vediamo una posizione sorprendentemente leggera da parte della Federazione.”
Ceccarelli mette in luce come la decisione di FNOPI di considerare “normale” l’inserimento di personale infermieristico straniero sembri non tenere conto dei problemi e dei rischi potenziali.
“Non vediamo una reazione ferma rispetto al paradossale rinvio del piano triennale interno di assunzioni al 2026, e nel contempo non vengono nemmeno sottolineati i rischi connessi alle difficoltà linguistiche e culturali che possono emergere da tale massiccio reclutamento di infermieri stranieri. Ci chiediamo: da che parte sta la nostra Federazione?”
Queste azioni, afferma Ceccarelli, rappresentano un’ulteriore delusione per una categoria che da anni attende risposte concrete su retribuzioni, condizioni di lavoro e riconoscimento professionale, elementi che sono alla base di un sistema sanitario sostenibile e sicuro.
La battaglia del Coina non si ferma certo qui. C’è attesa per conoscere nel dettaglio anche le cifre degli aumenti che spettano anche alle altre professioni sanitarie, a partire dalle ostetriche. E’ per loro, per tutti loro, per gli infermieri e per le altre professioni sanitarie ex legge 43, che il Coina combatte ogni giorno per una valorizzazione che può, non deve tardare ad arrivare.
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