OSS licenziato: somministrò Tachipirina ad una Paziente collaborante.
Licenziamento di un OSS per somministrazione di Tachipirina: confini delle competenze nelle Case di Riposo.
In una casa di riposo italiana, un Operatore Socio Sanitario (OSS) è stato licenziato per aver somministrato una Tachipirina (Paracetamolo) a una paziente durante un turno notturno, in assenza di personale infermieristico. Questo episodio ha sollevato diverse domande sulle responsabilità professionali, sui limiti delle competenze degli OSS e sulle procedure di assistenza nelle strutture sanitarie.
Il Caso: Somministrazione di Tachipirina e le Conseguenze Improvvise
La paziente, collaborante e lucida, aveva chiesto all’OSS una Tachipirina per alleviare un dolore al bacino. Pensando di fare un gesto benefico e trovandosi in una situazione tranquilla, l’OSS ha deciso di accontentarla. Tuttavia, durante la notte, la paziente ha avuto un collasso pressoreo grave, con una pressione arteriosa scesa a 80/40 mmHg, che ha reso necessario l’intervento del 118. La paziente è stata trasportata in ospedale, trovata priva di sensi e in condizioni critiche.
L’episodio ha portato alla convocazione dell’OSS in Direzione il giorno seguente, dove è stata sospesa senza stipendio per un mese e poi, al termine del periodo di sospensione, licenziata per giusta causa. La motivazione: “abuso di professione medico-infermieristica.”
Le competenze dell’OSS e i limiti professionali.
L’Operatore Socio Sanitario ha un ruolo fondamentale nel supporto assistenziale di base, ma non può somministrare farmaci senza indicazione e supervisione infermieristica o medica. In Italia, le competenze di ogni figura sanitaria sono regolamentate per garantire la sicurezza dei pazienti e il rispetto delle responsabilità professionali.
In questo caso, la decisione dell’OSS di somministrare Tachipirina, pur presa con buone intenzioni, si è rivelata critica. Anche farmaci di uso comune possono presentare rischi per alcuni pazienti, come le persone anziane, che possono essere più vulnerabili a effetti collaterali e interazioni farmacologiche.
La sospensione e il licenziamento per Giusta Causa.
La sospensione immediata e il successivo licenziamento indicano una risposta severa da parte della Direzione della struttura, motivata dall’accusa di “abuso di professione medico-infermieristica.” Questo tipo di reazione evidenzia la necessità di un rigido rispetto dei ruoli all’interno del contesto sanitario, in particolare quando si tratta di somministrazione di farmaci.
Nonostante l’intervento di un legale sindacale a difesa dell’OSS, la struttura ha mantenuto il licenziamento, sottolineando come ogni atto sanitario debba essere eseguito da personale qualificato per evitare situazioni potenzialmente pericolose.
Problematiche strutturali e riflessioni su protocolli di assistenza notturna.
Questo caso evidenzia alcune problematiche organizzative nelle strutture dove non è previsto il personale infermieristico h24. La mancanza di una figura infermieristica durante i turni notturni può lasciare il personale OSS in difficoltà di fronte a richieste mediche, anche se apparentemente semplici.
La necessità di protocolli chiari per situazioni come questa appare cruciale, sia per garantire la sicurezza dei pazienti sia per proteggere il personale da decisioni difficili e dalle potenziali conseguenze legali. Questo caso potrebbe spingere verso una revisione delle politiche di gestione della salute nelle case di riposo, per assicurare che i pazienti possano ricevere l’assistenza necessaria in modo sicuro e professionale, anche durante le ore notturne.
La sicurezza dei Pazienti e il rispetto delle competenze professionali.
La vicenda del licenziamento di un OSS per aver somministrato Tachipirina mette in luce l’importanza di rispettare le competenze specifiche di ogni professionista sanitario. Sebbene la somministrazione di un farmaco possa sembrare un gesto semplice, ogni decisione che riguarda la salute di un paziente dovrebbe essere presa da personale adeguatamente formato. Assicurare un ambiente sicuro e un’assistenza appropriata per tutti i pazienti, indipendentemente dall’orario, è una responsabilità che tutte le strutture sanitarie dovrebbero garantire.
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