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Crisi di infermieri in Italia: se non ci fossimo, cosa accadrebbe agli ospedali?

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Mi chiamo Pietro Bugli, e sono un infermiere da circa 15 anni. Lavoro nell’area di emergenza di uno degli ospedali più grandi del sud Italia, dove la pressione è costante e il carico di lavoro sembra crescere ogni giorno. Negli ultimi anni, ci siamo trovati davanti a una crisi sempre più evidente: la carenza di infermieri.

Questa situazione preoccupa non solo noi, ma anche i pazienti e i loro familiari. Siamo sempre meno, quando in realtà ne servirebbero molti di più, almeno 60.000 nuovi infermieri in tutto il Paese per colmare il vuoto. Ma la realtà che viviamo ogni giorno ci mostra un quadro ben diverso, fatto di turni massacranti, responsabilità enormi, e un’assenza di crescita professionale che porta molti colleghi a lasciare la professione.

La domanda che mi pongo spesso è: cosa accadrebbe se, oltre alla mancanza di medici, mancassimo anche noi infermieri?

La crisi e le sue conseguenze

Milena Gabanelli e Simona Ravizza, nel loro libro Codice Rosso, descrivono bene il quadro desolante della sanità pubblica italiana. Gli infermieri sono parte di un sistema che si sta sgretolando. Ogni giorno, ci confrontiamo con aggressioni, infezioni, turni lunghi e notturni, e siamo costretti a sacrificare il nostro riposo e la nostra vita sociale per coprire le assenze del personale mancante.

E tutto questo per uno stipendio di circa 1.950€ al mese. Nonostante la nostra professione sia di vitale importanza, le possibilità di crescita professionale sono scarse, se non inesistenti. Di conseguenza, molti infermieri decidono di dimettersi e lavorare come liberi professionisti, guadagnando di più fuori dagli ospedali.

Le soluzioni esistono, ma dove sono?

La crisi non è inevitabile. Le soluzioni ci sono, e potrebbero essere implementate con un impegno serio da parte delle istituzioni. Aumentare il numero di infermieri, migliorare le condizioni di lavoro e valorizzare la nostra figura professionale non è solo possibile, ma necessario. Tuttavia, finché non ci sarà un vero cambiamento, ci troveremo sempre più soli e in difficoltà a garantire ai pazienti l’assistenza di cui hanno bisogno.

Le chiacchiere, come si suol dire, sono gratis, ma il nostro lavoro non lo è, e ha un impatto diretto sulla salute e sul benessere di chi entra in un ospedale.

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