Sanità, Nursind: “Shock per l’Infermiera accoltellata. Ora presidi fissi per la sicurezza”.
Il mondo sanitario è sconvolto dall’ennesimo episodio di violenza nei confronti di un’infermiera, accoltellata mentre era in servizio presso un Centro di salute mentale nel forlivese. L’infermiera, aggredita durante il suo lavoro, è solo l’ultima vittima di una lunga serie di atti violenti che colpiscono principalmente gli operatori sanitari.
Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind, sindacato degli infermieri, ha espresso profonda solidarietà alla collega aggredita, dichiarando sui social: “Spiace dover dire di aver perso il conto delle aggressioni di cui, purtroppo, gli infermieri sono i principali bersagli. La solidarietà mia e di tutto il Nursind alla collega che è stata accoltellata stamani mentre svolgeva il suo lavoro.”
L’episodio ha scosso profondamente la comunità sanitaria, portando a una riflessione urgente sulla sicurezza degli operatori. “Siamo tutti sotto shock, ma anche arrabbiati,” continua Bottega, “si tratta di strutture o unità operative dove i rischi che corre il personale, si sa, sono massimi, viste le condizioni cliniche dei pazienti che accolgono.”
Richieste di sicurezza: presidi fissi per evitare nuove aggressioni.
Il segretario del Nursind ha avanzato una richiesta chiara e urgente: l’installazione di presidi di sicurezza fissi nelle strutture sanitarie più a rischio, come i centri di salute mentale, dove spesso le condizioni dei pazienti possono degenerare in comportamenti violenti. “Chiediamo un sistema di controllo, e quindi di deterrenza, fisso,” sottolinea Bottega, “ma anche che si ponga fine a situazioni in cui, come pure capita, gli infermieri si ritrovano addirittura in postazioni da soli con il paziente.”
La problematica non è nuova e riflette una mancanza di attenzione alle condizioni di lavoro degli infermieri che operano in contesti particolarmente critici. Nonostante gli appelli precedenti, la sicurezza del personale sembra rimanere una questione irrisolta, con un numero crescente di episodi di violenza ai danni di chi lavora per garantire la salute e il benessere dei cittadini.
Un problema in crescita.
Gli episodi di violenza contro gli operatori sanitari sono purtroppo sempre più frequenti, e spesso, come nel caso di Forlì, si verificano in contesti ad alto rischio come i reparti di psichiatria e i centri di salute mentale. L’assenza di adeguati sistemi di sorveglianza e la carenza di personale fanno sì che gli infermieri si trovino spesso a gestire situazioni pericolose senza il supporto necessario.
Le organizzazioni sindacali come il Nursind continuano a chiedere un intervento deciso delle istituzioni per proteggere i lavoratori della sanità, spesso lasciati soli a fronteggiare i rischi. Oltre a presidi fissi, si sottolinea l’importanza di un rafforzamento del personale e di una maggiore attenzione alla formazione specifica per affrontare le situazioni di emergenza in contesti ad alto rischio.
Un campanello d’allarme importante.
L’aggressione avvenuta nel forlivese rappresenta un campanello d’allarme che non può più essere ignorato. La sicurezza degli operatori sanitari deve diventare una priorità per le istituzioni, che devono garantire condizioni di lavoro sicure e tutelate. Il Nursind si fa portavoce di questa richiesta, invitando il Governo e le Regioni a prendere provvedimenti concreti per evitare che episodi di questo genere si ripetano.
Come conclude Bottega: “Gli infermieri non possono più essere lasciati soli a fronteggiare questi rischi. Serve un intervento immediato per garantire la loro sicurezza e il loro benessere.”
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