Ostetrica di Comunità: il Servizio di Assistenza Domiciliare Postnatale in un DDL.
L’assistenza postnatale si appresta a vivere un’importante evoluzione con l’introduzione della figura dell’ostetrica di comunità, un progetto di legge che mira a migliorare la qualità della cura per le neomamme in Italia. Questo modello prende ispirazione dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e del National Institute for Health and Care Excellence (NICE), con l’obiettivo di fornire un’assistenza domiciliare continuativa, riducendo gli interventi non necessari e rafforzando il legame tra ospedale e territorio.
L’Ostetrica: una figura centrale nell’Assistenza Materna.
L’OMS stima che l’85% delle gravidanze siano fisiologiche e richiedano un approccio minimale in termini di intervento medico. In questo contesto, l’ostetrica svolge un ruolo cruciale, non solo come figura professionale preparata per monitorare lo stato clinico della madre e del neonato, ma anche come supporto emotivo e psicologico per le donne durante la gravidanza e il post-partum.
Negli ultimi anni, l’Italia ha iniziato a valutare l’introduzione dell’ostetrica di comunità, che lavorerebbe in stretta collaborazione con i medici di medicina generale e altre figure sanitarie, garantendo continuità assistenziale alle donne durante tutto il ciclo della gravidanza e il periodo postnatale. Questo modello è già diffuso in paesi come la Francia, dove l’ostetrica opera come professionista autonoma accanto ai medici di famiglia.
Un modello di Assistenza Integrata: Ospedale e Territorio.
Attualmente, quasi tutte le donne in Italia partoriscono in ospedale o cliniche accreditate, ma il supporto dopo il parto risulta spesso insufficiente, lasciando molte neomamme senza un’assistenza adeguata nei primi giorni di vita del bambino. Il delicato periodo postnatale è caratterizzato da vulnerabilità fisica e psicologica, che, se non affrontata in modo appropriato, può portare a complicazioni come la depressione post-partum.
Il nuovo modello di assistenza prevede una maggiore integrazione tra ospedale e territorio, dove l’ostetrica di comunità offrirebbe un accompagnamento personalizzato dopo le dimissioni. Questo approccio, denominato “one-to-one”, consente di stabilire una relazione di continuità tra la madre e la stessa ostetrica, dalla gravidanza fino ai primi mesi di vita del neonato, garantendo un monitoraggio attento e puntuale delle condizioni di salute della donna e del bambino.
Il DDL: cosa prevede?
Il disegno di legge (DDL) prevede l’introduzione della figura dell’ostetrica di comunità attraverso 5 articoli:
- Articolo 1: Istituzione dell’ostetrica di comunità, una figura professionale che opererà in autonomia in collaborazione con strutture ospedaliere e presidi territoriali. Il ruolo dell’ostetrica sarà incentrato sulla prevenzione e tutela della salute delle donne, con un focus particolare sulla salute di genere e il benessere materno-infantile.
- Articoli 2, 3 e 4: Implementazione di un servizio di assistenza domiciliare postnatale che sarà attivato entro 48 ore dalla dimissione dall’ospedale. Questo servizio sarà garantito da una stretta collaborazione tra ostetriche e puericultrici, per fornire un supporto professionale e immediato alle neomamme, monitorando la salute materna e neonatale. L’assistenza sarà focalizzata, tra le altre cose, sul supporto all’allattamento, sulla guarigione fisica e sul benessere psicologico della donna.
- Articolo 5: Disposizioni finanziarie per garantire le risorse necessarie all’implementazione del servizio.
Un nuovo approccio alla Maternità.
L’introduzione dell’ostetrica di comunità rappresenta un cambio di paradigma nell’assistenza postnatale in Italia. Questo modello non intende sostituire i servizi esistenti, ma piuttosto affiancarli, offrendo alle donne un maggiore supporto nel periodo critico del post-partum. Garantirebbe un’assistenza più umana e continua, riducendo al contempo l’accesso improprio ai servizi di emergenza e prevenendo complicanze potenzialmente evitabili.
Se adottata, la legge rappresenterebbe un passo importante verso una migliore gestione della salute materno-infantile, in linea con le raccomandazioni internazionali e con le esigenze delle famiglie moderne.
La proposta di legge sulla figura dell’ostetrica di comunità promette di migliorare il supporto offerto alle neomamme, riducendo il ricorso a cure specialistiche inutili e promuovendo un approccio bio-psico-sociale alla maternità. In un momento in cui la salute della donna e del neonato è più che mai al centro dell’attenzione, questo modello potrebbe rappresentare una soluzione innovativa e di grande impatto per il futuro dell’assistenza postnatale in Italia.
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