Il grido di delusione degli Infermieri Italiani: una Professione in crisi, forse senza ritorno.
Negli ultimi anni, il mondo infermieristico in Italia ha subito una profonda trasformazione, ma non sempre in meglio. Tra chi lavora in corsia, serpeggia un sentimento crescente e condiviso: la delusione.
Le recenti politiche sanitarie e le decisioni governative hanno esasperato una situazione già fragile, gettando ombre su una professione che, mai come durante la Pandemia COVID, ha dimostrato la sua essenzialità.
L’Assistente Infermiere: una minaccia alla professionalità?
La recente introduzione della figura dell’Assistente Infermiere ha sollevato polemiche accese. Mentre da un lato si giustifica come una risposta alla cronica carenza di personale, dall’altro molti infermieri vedono in questa novità un segnale di deprofessionalizzazione. Questa figura potrebbe infatti sottrarre compiti e responsabilità, mettendo a rischio anni di formazione e dedizione. La sensazione che la propria professione venga ridimensionata è forte e brucia come una ferita aperta.
Aumenti salariali irrisori: una professione sottovalutata.
Se la pandemia ha messo in luce l’importanza degli infermieri, i riconoscimenti economici sono rimasti irrisori. Le promesse di aumenti salariali si sono trasformate in delusioni, e il malcontento è ormai palpabile. Molti infermieri si sentono traditi dalle istituzioni, che sembrano non riconoscere il valore del loro lavoro, nonostante lo sforzo incessante, spesso a costo della propria salute fisica e mentale.
Carriera bloccata e accademia chiusa
Non c’è solo il salario a pesare. Per molti infermieri italiani, la carriera appare come un cammino senza sbocchi. L’impossibilità di crescere professionalmente è uno dei principali motivi di frustrazione, aggravato dal sistema accademico chiuso e dominato dai “soliti baroni”. La meritocrazia, per molti, sembra un miraggio lontano. Chi desidera avanzare nell’ambito accademico o dirigenziale si trova spesso ostacolato da dinamiche che premiano solo chi ha i giusti legami, lasciando poco spazio ai nuovi talenti.
La crisi delle elezioni OPI: una partecipazione quasi nulla
Un segnale chiaro di questa disaffezione professionale emerge dalle recenti elezioni degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (OPI), caratterizzate da una partecipazione che rasenta lo zero percentuale. Molti infermieri criticano la illegittimità democratica del sistema elettorale, percepito come un meccanismo che premia solo gli uscenti, impedendo un reale ricambio ai vertici. La sfiducia nei confronti degli ordini professionali riflette un malessere profondo, che va oltre le semplici dinamiche interne, e che mina la capacità degli infermieri di sentirsi rappresentati.
Un futuro da costruire: è il momento di riflettere
Di fronte a questa ondata di delusione e malcontento, è urgente che i vertici della professione, ma anche le istituzioni sanitarie e governative, si fermino a riflettere. Gli infermieri rappresentano una colonna portante del sistema sanitario, e non possono essere lasciati soli in questa crisi di fiducia. La valorizzazione della professione deve passare attraverso un reale riconoscimento economico, una maggiore apertura accademica e la possibilità di partecipare attivamente ai processi decisionali.
Se esiste ancora una comunità professionale unita, ora è il momento di farla emergere, e di ridare dignità e voce a una professione fondamentale per la salute del Paese.
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