Assistenti Infermieri: la professione infermieristica sempre più frustrata e vilipesa.
Il SSN è in crisi: l’introduzione dell’Assistente Infermiere non è la soluzione? Pareri fortemente discordanti tra quadri dirigenti e sindacati.
Il sistema sanitario italiano sta attraversando una crisi profonda, con gravi carenze sia in termini di risorse economiche che umane. Le liste di attesa si allungano, l’assistenza sanitaria diventa sempre più inaccessibile per molti, e la qualità dei servizi continua a peggiorare. Una crisi che sembra non avere soluzioni immediate e che sta spingendo il sistema verso un ulteriore declino.
La carenza di Infermieri e le conseguenze sulla qualità delle cure.
Negli ultimi anni, la carenza di infermieri ha messo a dura prova l’intero sistema. Molti professionisti sanitari si trovano sovraccarichi di lavoro, con un aumento del conflitto tra utenti e personale sanitario. Il rischio è che, con l’aggravarsi della situazione, solo chi può permettersi cure private potrà accedere a servizi di qualità, mentre la maggior parte della popolazione vedrà peggiorare le condizioni sanitarie.
L’Assistente Infermiere: una soluzione o un problema?
In questo contesto, si inserisce la decisione di creare una nuova figura sanitaria, l’assistente infermiere. Questo ruolo, nei fatti, rappresenta un’infermierizzazione dell’OSS (Operatore Socio-Sanitario) e viene visto come una risposta alla carenza di infermieri. Tuttavia, molti critici vedono in questa scelta un ritorno al passato, con la reintroduzione di una figura simile all’“infermiere generico” di una volta, ma con meno tutele e competenze ridotte.
Le strutture sanitarie private accolgono favorevolmente questa decisione, poiché possono risparmiare sui costi del personale, delegando agli assistenti infermieri mansioni che richiederebbero professionisti più qualificati. Dal punto di vista degli infermieri, la nuova figura potrebbe alleviare il carico di lavoro, ma allo stesso tempo rischia di svilire ulteriormente la loro professione.
Un sistema di cure superato.
Molti esperti affermano che il sistema sanitario attuale, figlio dell’aziendalizzazione degli anni ‘90, è ormai superato. Con la riduzione del personale e la razionalizzazione dei posti letto, il sistema è diventato simile a una catena di montaggio, dove l’efficienza è più importante della qualità delle cure. L’introduzione dell’assistente infermiere sembra rispondere a questa logica: produrre assistenza a basso costo, piuttosto che garantire cure di qualità.
Le proteste e le possibili soluzioni.
Non tutti, però, sono d’accordo con questa direzione. Molti sindacati e associazioni infermieristiche hanno lanciato l’allarme, denunciando che l’introduzione dell’assistente infermiere potrebbe abbassare ulteriormente la qualità dell’assistenza. Una petizione è già stata lanciata per fermare questa nuova figura, ma le prospettive di successo sono incerte.
Nel frattempo, la mancanza di soluzioni strutturali e investimenti a lungo termine lascia presagire un ulteriore peggioramento delle condizioni sanitarie. Senza un’inversione di rotta, il divario tra chi può permettersi cure private e chi deve accontentarsi del sistema pubblico continuerà a crescere.
Un sistema in stallo.
La creazione dell’assistente infermiere è vista da alcuni come una soluzione temporanea, ma rischia di peggiorare ulteriormente la situazione. Solo un rinnovato impegno politico ed economico potrà riportare il sistema sanitario italiano ai livelli di eccellenza di un tempo. Altrimenti, ci troveremo di fronte a una sanità sempre più iniqua e disfunzionale, dove chi può pagare avrà accesso alle cure, mentre chi non può permetterselo resterà indietro.
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