Dom. Set 1st, 2024
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L’immagine dell’infermiere che “smonta dalla notte” può sembrare quella di una persona che finalmente inizia il tanto atteso “primo riposo”. Ma chi conosce davvero cosa significhi lavorare di notte sa bene che quel “giorno libero” è una pura illusione. Dopo un turno notturno, l’infermiere è un po’ come un piccione che si è appena scontrato con un tir: perso, confuso, e con un solo pensiero in mente: il letto.

Le Sensazioni dello “Smonto Notte”

Simpatia e Empatia? No, Grazie!
Dopo una notte di lavoro, l’infermiere non è esattamente il massimo dell’empatia e della gentilezza. Piuttosto, la sensazione è quella di essere un coccodrillo del Nilo che non mangia da giorni: ogni stimolo esterno rischia di scatenare una reazione rapida e poco amichevole. Insomma, meglio evitare interazioni superflue!

Un Unico Obiettivo: Il Letto
Dimenticatevi qualsiasi altra cosa. Dopo lo smonto dalla notte, l’unico pensiero fisso è uno e uno soltanto: raggiungere il letto. Non si tratta di fare un sonnellino ristoratore, ma di cadere in un vero e proprio coma profondo per qualche ora. Al risveglio, è come se qualcuno avesse premuto il tasto “reset” sul cervello. Prima di riuscire a parlare con qualcuno, bisogna rispondere a tre domande fondamentali: “Chi sono? Dove sono? Che ore sono?”. E guai a chi cerca di coinvolgere l’infermiere appena sveglio prima di questa fase di riorientamento!

Vita Sociale? Non Pervenuta.
Chi è così audace da proporre all’infermiere una gita o una cena fuori casa dopo uno smonto notte? Probabilmente non conosce i rischi. La reazione più comune è di chiedersi quanto possa costare una macchina di tortura medievale su eBay — solo per il piacere di usarla su chi ha fatto la proposta. L’idea di socializzare è tanto allettante quanto quella di gettarsi volontariamente in un vulcano attivo.

Riflessi di Terrore
Evitare gli specchi diventa un imperativo. Dopo un turno di notte, l’immagine riflessa, completa di occhiaie fino al mento e pelle tendente al verdognolo, è sufficiente per spaventare chiunque, compreso se stessi. E se qualcuno osa chiedere “Ma stai male?” l’infermiere potrebbe rispondere: “No, mi sto esercitando per trasformarmi nell’Incredibile Hulk!”

Effetti Collaterali del Caffè
Litri e litri di caffè scorrono nelle vene degli infermieri durante un turno di notte. Se qualcuno facesse un prelievo del sangue, probabilmente troverebbe una buona base per un cappuccino. E se parliamo di bruciore di stomaco, una scatola di Maalox potrebbe non bastare; un estintore sembrerebbe più appropriato.

Quindi, al prossimo che osa definire lo “smonto notte” come “primo riposo”, un avviso: meglio cercare rifugio, magari con una telefonata a “Chi l’ha visto?”. Perché “LA FINE È NOTA”.

Liberamente ispirato ad uno scritto della collega Fortunata Barilaro.

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