Sab. Ago 31st, 2024
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Il lavoro notturno degli infermieri è spesso frainteso da chi non conosce le dinamiche interne della professione infermieristica. La percezione comune è che il turno di notte sia “facile” e porti con sé una serie di vantaggi, come il dormire sul lavoro o il beneficiare di due giorni di riposo consecutivi. In realtà, queste convinzioni sono molto lontane dalla verità.

Mito 1: L’infermiere può “dormire” durante il turno di notte.

Una delle più diffuse credenze errate è che il turno di notte sia un’opportunità per riposare. In realtà, il lavoro notturno di un infermiere richiede una presenza attiva e vigile. Durante la notte, c’è spesso un incremento delle urgenze con personale limitato, il che significa che l’infermiere deve essere pronto a rispondere rapidamente a situazioni critiche come arresti cardiaci, ECG, e prelievi ematici. Le interruzioni sono frequenti, dovute a telefonate, richieste di pazienti ansiosi che necessitano di rassicurazione, e altre emergenze impreviste.

Mito 2: Gli infermieri hanno due giorni di riposo dopo il turno di notte.

Un’altra errata convinzione è che l’infermiere goda di due giorni di riposo dopo il turno di notte. In realtà, il “primo giorno di riposo” dopo un turno notturno è spesso solo il periodo di “smonto notte”, ovvero il tempo che segue immediatamente la fine del turno di lavoro. In pratica, questo tempo non è da considerarsi un vero e proprio riposo poiché l’infermiere ha lavorato di notte (generalmente dalle 21 alle 7 del mattino successivo). Solo il secondo giorno è effettivamente un giorno di riposo, a differenza di quanto comunemente si crede.

Mito 3: Il lavoro notturno è meno impegnativo.

Il lavoro notturno di un infermiere è spesso considerato meno impegnativo rispetto a quello diurno o pomeridiano. Tuttavia, la realtà è ben diversa. Oltre alle attività di assistenza ai pazienti, gli infermieri di notte devono anche gestire attività di routine come il controllo delle scadenze dei farmaci, la preparazione delle richieste di materiale alla farmacia dell’ospedale, e molto altro. In molti reparti, la mancanza di personale rende il lavoro notturno ancora più gravoso.

Mito 4: Gli infermieri possono riposare durante i turni di notte senza conseguenze.

Molte persone credono che gli infermieri possano tranquillamente prendersi delle pause o riposare durante i turni di notte. Mentre alcune pause sono consentite, l’infermiere deve rimanere costantemente vigile e pronto ad agire. Inoltre, nelle rare situazioni in cui un infermiere dovesse riposare durante un turno, potrebbe incorrere in sanzioni disciplinari.

Sfide Fisiche e Mentali del Turno Notturno per gli Infermieri.

Il lavoro notturno non solo impatta il fisico, ma ha anche effetti significativi sulla salute mentale e sul benessere psicologico degli infermieri:

  • Desincronizzazione dei Ritmi Circadiani: Lavorare di notte altera i ritmi naturali del corpo, portando a disturbi del sonno e problemi di salute mentale, come insonnia, alterazioni dell’umore, stordimento e nervosismo.
  • Rischi per la Salute: Studi epidemiologici hanno dimostrato che l’esposizione prolungata al lavoro notturno aumenta il rischio di malattie cardiovascolari e di alcuni tipi di cancro, come il cancro al seno.
  • Sicurezza sulla Strada: La mancanza di sonno adeguato può compromettere la capacità di guidare in sicurezza. Purtroppo, ci sono numerosi casi documentati di infermieri che hanno avuto incidenti stradali dopo il turno di notte, alcuni dei quali con esiti fatali.

Contraddizioni nel Sistema Sanitario

Nonostante l’importanza della sicurezza sul lavoro, spesso non si presta sufficiente attenzione al riposo e al benessere degli infermieri e degli OSS dopo i turni notturni. Questo paradosso è evidente nel fatto che, mentre vengono spesi migliaia di euro in dispositivi di sicurezza sul lavoro, non si considera l’impatto della mancanza di sonno sulla sicurezza degli infermieri che devono poi affrontare il viaggio di ritorno a casa.

Il turno di notte non è né facile, né vantaggioso.

Il turno di notte per gli infermieri è ben lontano dall’essere un “turno facile” o “vantaggioso”. È un turno che richiede attenzione costante, sacrifici personali, e ha impatti significativi sulla salute fisica e mentale. È essenziale riconoscere queste difficoltà e smentire le credenze popolari per valorizzare e supportare al meglio i professionisti della salute che lavorano instancabilmente, giorno e notte, per prendersi cura degli altri.

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