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Progetto Bertolaso sotto accusa. Coina: “arrivo professionisti stranieri non è la soluzione a lungo termine”.

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In un momento storico particolarmente critico per la sanità italiana, il Segretario Nazionale del Coina, Marco Ceccarelli, ha espresso forti preoccupazioni riguardo al recente “Progetto Magellano” promosso dall’Assessore al Welfare della Lombardia, Guido Bertolaso. Il progetto, che prevede l’arrivo di infermieri e studenti sudamericani per colmare le carenze di personale nelle strutture sanitarie lombarde, è stato duramente criticato dal sindacato delle professioni sanitarie.

Critiche al Progetto Magellano.

Ceccarelli non ha usato mezzi termini, definendo “fuorviante e pericoloso” l’affermare che l’arrivo di professionisti stranieri possa rappresentare una soluzione risolutiva per la crisi della sanità italiana. Il progetto, che coinvolge infermieri sudamericani già impiegati presso l’ASST Sette Laghi di Varese e studenti di infermieristica in formazione in Lombardia, è stato presentato come una risposta alle croniche carenze di personale. Tuttavia, il Segretario del Coina ha espresso scetticismo riguardo all’efficacia di questa strategia, sollevando dubbi sull’integrazione di professionisti che, in molti casi, non conoscono la lingua italiana e non hanno familiarità con le normative sanitarie locali.

Un futuro incerto per il Sistema Sanitario Italiano.

“Non si tratta di una presa di posizione contro colleghi di origine straniera,” ha sottolineato Ceccarelli, “ma piuttosto di una riflessione su come rilanciare le professioni sanitarie partendo dalla formazione e dai corsi di laurea italiani.” Il sindacato Coina ha più volte evidenziato la necessità di investire nelle risorse umane già presenti nel paese, offrendo riconoscimenti e opportunità di crescita a chi, da anni, opera nel settore con dedizione e professionalità.

La critica non si limita al piano ideologico, ma entra nel merito delle conseguenze pratiche di tali politiche. Ceccarelli ha messo in luce il rischio che l’integrazione di personale straniero, privo di una formazione linguistica adeguata, possa aggravare la qualità delle cure e creare ulteriori difficoltà operative all’interno delle equipe sanitarie. “Quanto peseranno queste lacune linguistiche nelle equipe sanitarie? Non rischieranno di minare ulteriormente la qualità delle cure?”, ha chiesto retoricamente.

La posizione del sindacato.

La posizione del Coina è chiara: per superare la crisi attuale, il sistema sanitario italiano deve puntare su una strategia di lungo termine che includa la valorizzazione delle competenze locali, il miglioramento delle condizioni di lavoro e una riforma strutturale delle politiche sanitarie. “Non possiamo permetterci di affidare i nostri malati a professionisti che non hanno avuto una formazione adeguata in Italia,” ha concluso Ceccarelli, richiamando l’attenzione sulla disparità di trattamento tra gli infermieri italiani assunti all’estero e quelli stranieri che vengono impiegati nel nostro paese.

Organici ridotti all’osso, turni massacranti e fuga all’estero.

In un contesto segnato da organici ridotti all’osso, turni massacranti e una crescente fuga di professionisti all’estero, il Coina ribadisce la necessità di soluzioni strutturali e sostenibili. La crisi del personale sanitario non può essere risolta attraverso scorciatoie o progetti temporanei, ma richiede un impegno serio e a lungo termine da parte delle istituzioni italiane.

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