Le Cooperative chiedono agli OPI: “L’Infermiere può svolgere compiti da ASA, OTA o OSS?”. La decisa risposta della FNOPI.
Gli infermieri italiani sono esausti. Tra salari insufficienti, aggressioni giornaliere, turni massacranti e un costante demansionamento, la professione infermieristica è sotto una pressione senza precedenti. Tuttavia, ciò che ha veramente sconcertato i professionisti è la recente richiesta di alcune cooperative agli Ordini delle Professioni Infermieristiche (OPI): possono gli infermieri assumere anche i compiti di ASA, OTA o OSS per sopperire alla carenza di personale durante le ferie?
La richiesta delle Cooperative: un quesito inaccettabile.
Con la circolare 36/24, datata 1 agosto 2024, la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) è stata chiamata a rispondere a un quesito che molti hanno definito folle. Alcune società cooperative, probabilmente confuse riguardo al ruolo dell’infermiere, hanno chiesto se, data la carenza di personale ausiliario e di supporto, fosse possibile impiegare gli infermieri per coprire i ruoli di ASA (Ausiliario Socio Assistenziale), OTA (Operatore Tecnico Assistenziale) o OSS (Operatore Socio Sanitario).
La risposta della FNOPI: nessuna ambiguità.
La risposta della FNOPI è stata chiara e decisa: “Risulta evidente l’impossibilità a dare riscontro positivo al quesito in base alla normativa vigente e anche alla giurisprudenza”. Nella circolare, la presidente della FNOPI, Barbara Mangiacavalli, ha citato la normativa di riferimento, inclusi il DM 739/94, la Legge 26/2/1999 n. 42 e il Provvedimento del 22 febbraio 2001, che istituisce la figura dell’OSS.
Inoltre, la FNOPI ha ricordato le sentenze relative al demansionamento che hanno condannato le aziende sanitarie a risarcire gli infermieri costretti a svolgere mansioni inferiori rispetto al loro profilo professionale. Queste decisioni giuridiche sono una prova tangibile del fatto che la professione infermieristica deve essere tutelata e valorizzata, non sminuita.
Il problema del demansionamento: una ferita aperta.
Il demansionamento è un tema sensibile e doloroso per la professione infermieristica. Non solo porta a un utilizzo inadeguato delle competenze professionali, ma danneggia anche la dignità degli infermieri, aggravando il già difficile contesto lavorativo. La richiesta delle cooperative, quindi, non solo è contraria alla legge, ma mina ulteriormente la fiducia dei professionisti nel sistema sanitario.
Un possibile segnale di cambiamento?
Sebbene questa vicenda metta in luce le sfide continue che affrontano gli infermieri italiani, potrebbe anche rappresentare un punto di svolta. La ferma risposta della FNOPI indica una volontà crescente di affrontare e risolvere questioni come il demansionamento e il riconoscimento delle competenze professionali.
Tuttavia, resta da vedere se questo segnale verrà seguito da azioni concrete, come un maggiore riconoscimento economico e sociale per la professione infermieristica. Gli infermieri sono il cuore pulsante del sistema sanitario, e meriterebbero di essere trattati con il rispetto e la dignità che derivano dalla loro importante responsabilità.
Rispetto delle competenze e del ruolo degli Infermieri.
La domanda delle cooperative agli OPI ha evidenziato un aspetto fondamentale per la professione infermieristica in Italia: il rispetto delle competenze e del ruolo degli infermieri. La FNOPI ha risposto con fermezza, ribadendo che gli infermieri non devono essere impiegati in mansioni inferiori come quelle di ASA, OTA o OSS. Resta da vedere se questa presa di posizione contribuirà a un maggiore riconoscimento del valore degli infermieri e a una più efficace protezione contro il demansionamento.
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