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Legge Basaglia: parte la riforma. Ma sono tutte rose e fiori?

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Il 27 giugno 2024 è stato presentato il disegno di legge 1179/2024 “Disposizioni in materia di tutela della salute mentale”, redatto dal senatore Zaffini e da altri ventidue senatori di Fratelli d’Italia e due di Noi Moderati. Scoppiano le polemiche.

Il disegno di legge preoccupa e indigna chi difende a oltranza ideologicamente la legge 180 (“legge Basaglia”). La cronaca online è colma di critiche e dichiarazioni di chi dice che ha a cuore il diritto alla salute mentale di ogni persona ma allo stesso tempo ignora le drammatiche situazioni attuali e del periodo post-180.
Sono trascorsi oltre 40 anni dalla sua approvazione e la legge “Basaglia” ha avuto tutto il tempo e numerose occasioni per dimostrare la sua reale applicabilità ed efficacia e ci auguriamo che per la sua vera attuazione vadano introdotti dei correttivi.
Ricordiamo le vittime post-180, le tante situazioni di abbandono tutt’ora esistenti denunciate da anni da Sospsiche e anche l’utopia che secondo alcuni lega questa legge a scarsi risultati sul campo per i malati più gravi, attribuiti sempre ai sottofinanziamenti ma anche a carenze legislative, mancate responsabilità degli operatori, leggerezza nel trattare patologie mentali di rilievo e così via.
Sono necessarie risorse adeguate per la Salute Mentale, siamo d’accordo, considerata anche l’impennata patologica post-covid, ma bisogna anche considerare che le casse sono scarse e che le richieste pur soddisfatte in parte spesso non vanno nella direzione di tutelare i casi più gravi o delle persone malate che non curate diventano potenzialmente violente; si tratta di situazioni denunciate da anni dalle associazioni FISAM.
Con la riserva di comprendere e studiare i punti negativi e positivi della proposta di legge, ci auguriamo che la stessa vada incontro alle esigenze dei famigliari per anni ingiustamente inascoltati e incolpati di essere la causa della malattia mentale. Famigliari che hanno dovuto accollarsi tutti gli oneri assistenziali: economici, emotivi, legali e di vivere una vita spesso impossibile, condannata alla disperazione e rinunce.
Sospsiche.it attraverso la FISAM (Federazione Italiana per la Salute Mentale) sta preparando un documento, che sarà pubblicato in questo sito, da sottoporre al relatore per segnalare le proposte di modifica e sostenere le parti del disegno che possono venire incontro alle nostre esigenze, ma anche criticare pesantemente quanto non risponde alle necessità di malati e famiglie nell’ottica di una azione indipendente degli associati.
Ricordiamo che il diritto alla salute mentale è sancito dalla nostra Costituzione e secondo ii sostenitori, “affermato con la legge 180/78”. La cosiddetta Legge Basaglia, ha posto fine a secoli di abusi nei confronti di migliaia di persone obbligate all’internamento nei manicomi, restituendo loro libertà, dignità e accesso ai diritti.
Basaglia ha chiuso sì i manicomi, e per questo viene celebrato come un eroe, ma non ha mai e poi mai detto o stabilito un modello di cura per i pazienti mentali più gravi.
Il motto che campeggia ancora a caratteri cubitali a Trieste, in un vecchio edificio del manicomio del San Giovanni è “La libertà è terapeutica”, Basaglia non è mai andato oltre questo semplice motto. Aveva ragione a battersi per chiudere i manicomi ma, diciamo la verità, lui e seguaci hanno improvvisato nel curare le malattie mentali, sottovalutandone spesso la portata persino rifiutando di diagnosticarle.
Basaglia dichiarò anche che “” … il movimento antipsichiatrico può essere fecondo e bisogna ammettere che in un futuro non molto lontano possano sorgere posizioni fondate su una sintesi tra le due concezioni, come sono la psichiatria e l’antipsichiatria”. Al giorno d’oggi, noi FISAM/SOSPSICHE.IT pur riconoscendo la validità e utilità della assistenza psichiatrica territoriale, non vediamo all’orizzonte un futuro simile, negato da posizioni intransigenti e rigide dei sostenitori ad oltranza della legge 180.
La libertà come terapia si è tradotta in molti casi in libertà di non curare deresponsabilizzando gli operatori e i malati gravi sono andati incontro alla cronicizzazione; di tutto questo tutt’oggi i sostenitori della legge 180 non ne tengono minimamente conto, perché vivono nel passato e ogni proposta di modifica non viene valutata obiettivamente, ma tacciata come manicomialista, senza guardare realmente al futuro della psichiatria, alla luce delle scoperte biologiche e della ricerca.

Fonte www.sospsiche.it

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