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Alice e Giulio, Infermieri Toscani in Germania: «Si lavora meglio e si guadagna di più».

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Alice Lupelli e Giulio Malacarne, due giovani infermieri toscani, hanno deciso di lasciare l’Italia e trasferirsi in Germania in cerca di migliori condizioni lavorative e retributive. La loro storia offre uno sguardo profondo sulle difficoltà affrontate dagli infermieri italiani e sulle opportunità disponibili all’estero. Scopriamo perché hanno preso questa decisione e come la loro vita è cambiata. Ne dà notizia Il Tirreno.

La decisione di partire.

Giulio, 28 anni, ricorda chiaramente le frustrazioni vissute durante il tirocinio in Italia. «Non riuscivo a trovare un collega infermiere felice», racconta. La prospettiva di una carriera piena di insoddisfazioni e sacrifici ha spinto lui e Alice, oggi sua moglie, a cercare fortuna altrove. Appena laureati, hanno risposto a un annuncio su un social network di un’agenzia con sede a Stoccarda, che cercava infermieri per lavorare in Germania.

Il nuovo inizio in Germania.

Arrivati a Stoccarda, Alice e Giulio hanno iniziato un corso intensivo di tedesco, con vitto e alloggio pagati. Durante l’ultimo mese del corso hanno anche ricevuto uno stipendio da tirocinanti. Successivamente, sono stati assegnati all’ospedale di Volklingen, un centro di eccellenza cardiologica nella regione del Saarland, vicino al Lussemburgo.

Condizioni di lavoro migliori.

La differenza tra le condizioni di lavoro in Italia e Germania è stata evidente fin da subito. Giulio racconta: «La responsabile del reparto ci ha accolti nel parcheggio con un sorriso. Ora lavoro in emodinamica, dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 16, e ho il sabato e la domenica liberi. Alice lavora in terapia intensiva, fa turni come in Italia, ma la gestione è molto più flessibile».

Gli infermieri in Germania preparano un calendario dei turni desiderati per il mese successivo, e l’ospedale valuta e suggerisce eventuali modifiche. Per contratto, è obbligatorio avere due weekend liberi al mese. Questo livello di organizzazione e flessibilità è uno dei motivi principali per cui la coppia non pensa di tornare in Italia.

Una retribuzione adeguata.

In Italia, Giulio avrebbe guadagnato circa 1.600 euro al mese. In Germania, lo stipendio base per un infermiere è di 2.400-2.500 euro, ma con i turni di notte e le altre indennità può salire. Alice, che lavora in terapia intensiva, guadagna di partenza 2.800 euro. «Il costo della vita qui è comparabile a quello italiano, forse leggermente più basso rispetto a Firenze», afferma Giulio. La coppia paga 720 euro al mese per un appartamento con garage, compresi riscaldamento e acqua.

Una vita migliore e più felice.

Alice e Giulio sono economicamente indipendenti e stanno pianificando di acquistare una casa in Germania. «Abbiamo potuto sposarci prima rispetto a quanto avremmo potuto fare in Italia, e quando avremo figli, l’ospedale offre un asilo interno che segue i nostri orari», racconta Giulio.

Cosa può imparare l’Italia?

Giulio e Alice suggeriscono che l’Italia dovrebbe intervenire seriamente sugli stipendi e migliorare l’attrattività per gli stranieri. In Germania, ci sono molti medici e infermieri stranieri, inclusi italiani, turchi, arabi e persone dall’Est Europa. «Nel nostro ospedale, ci sono 10 medici italiani e il direttore del reparto di cardiologia è di origine italiana», conclude Giulio.

Una sfida da imitare.

La storia di Alice e Giulio è rappresentativa delle sfide e delle opportunità per gli infermieri italiani. La loro scelta di trasferirsi in Germania ha portato a migliori condizioni lavorative, una retribuzione più alta e una qualità della vita superiore. Le esperienze di Alice e Giulio offrono preziosi spunti per migliorare il sistema sanitario italiano, rendendolo più attraente e sostenibile per i professionisti del settore.

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