Puglia, Medici e Infermieri del Pronto Soccorso e Servizio 118 avranno stipendi più alti: dai 180 agli 800 euro mensili più arretrati.
Finalmente una buona notizia per chi lavora nei Pronto Soccorso pugliesi, compresi coloro che operano nel Servizio 118, spesso in condizioni di stress e sovraccarico. La Regione Puglia ha firmato un accordo che porterà fino a 800 euro netti in più al mese per i medici e fino a 180 euro per infermieri e operatori sanitari. Un riconoscimento concreto per un lavoro durissimo, che in molti stavano abbandonando.

Ma perché proprio ora?
Perché i Pronto Soccorso sono in crisi nera. L’anno scorso, 7 posti su 10 nella specializzazione di Medicina d’Emergenza sono rimasti vuoti: nessuno vuole più fare questo mestiere, tra turni estenuanti, risse con i parenti dei pazienti e stipendi che non compensano lo stress.
“Se non invertiamo la rotta, tra poco nei PS non ci sarà più nessuno”, ha spiegato Raffaele Piemontese, vicepresidente della Regione e assessore alla Sanità. “Questi aumenti servono a trattenere chi c’è e a far tornare interessante lavorare in emergenza.”

A chi tocca l’aumento?
- Ai medici: 342 professionisti che lavorano nei PS e nel 118.
- Agli altri operatori: 3.141 tra infermieri, OSS e Professioni Sanitarie.
Quanto si prenderà in più?
- I medici avranno un’indennità calcolata sulle ore lavorate: più turni fai, più soldi prendi. L’aumento sarà retroattivo e scalato su tre anni:
- 2022: 3,16€ l’ora (poco, ma meglio di niente).
- 2023: 7,07€ l’ora (già qualcosa in più).
- 2024: 10,26€ l’ora (e qui si comincia a sentire la differenza).
In media, si arriverà a circa 800€ netti al mese in più.
- Infermieri e operatori avranno invece un bonus fisso mensile, che sale negli anni:
- 2022: 93€ (una miseria).
- 2023: 200€ (un aiuto).
- 2024: quasi 300€ (finalmente un riconoscimento).
A maggio 2025 partirà un’anticipazione del 60% di quanto spettante.
Ma servirà davvero?
Dipende. I soldi in più aiutano, ma il problema dei Pronto Soccorso non è solo lo stipendio:
- Serve più personale (oggi i reparti sono sottodimensionati).
- Serve più sicurezza (le aggressioni a medici e infermieri sono all’ordine del giorno).
- Serve meno burocrazia (troppe scartoffie tolgono tempo ai pazienti).
Se la Regione vuole davvero cambiare le cose, dovrà lavorare su tutti questi fronti.
Cosa ne pensano i diretti interessati?
“Finalmente un segnale, ma aspettiamo di vedere i soldi in busta paga”, dicono alcuni operatori. Altri sono più scettici: “300€ in più non ti cambiano la vita se poi lavori in un reparto allo sfascio.”
Insomma, la strada è ancora lunga, ma almeno qualcosa si muove.
E voi che ne pensate? Vi sembra un passo avanti o solo una goccia nel mare? Scrivetelo nei commenti!
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