La verità dietro le accuse: quando il sistema sanitario tradisce gli Infermieri e i Professionisti della Salute.
Alla cortese attenzione della Redazione di AssoCareNews.it,
mi rivolgo a voi per condividere una storia che, purtroppo, non è isolata nel nostro sistema sanitario. Una storia che parla di ingiustizia, di accuse infondate e di un sistema che troppo spesso sacrifica i suoi professionisti per coprire inefficienze e mancanze strutturali.
Sono un’infermiera con 23 di esperienza, e fino a poco tempo fa lavoravo con orgoglio e dedizione in un noto ospedale italiano. Tuttavia, un incidente avvenuto nel reparto di Nefrologia ha cambiato tutto.
Il 11/02/2025, un paziente sotto la mia cura ha subito un peggioramento delle sue condizioni a causa di un errore nella somministrazione di un farmaco. Nonostante avessi seguito scrupolosamente le procedure e avessi segnalato tempestivamente un’anomalia nel sistema di gestione dei farmaci, sono stata accusata di negligenza. La mia reputazione professionale è stata macchiata, e sono stata sospesa dal servizio mentre l’ospedale avviava un’indagine interna.
Quello che è emerso durante l’indagine, tuttavia, ha dimostrato che l’errore non era imputabile a me. Il sistema di gestione dei farmaci era obsoleto e privo di controlli adeguati, e il personale medico aveva ignorato le mie segnalazioni precedenti riguardo a potenziali rischi. Nonostante ciò, l’ospedale ha preferito addossare la colpa a me, un’infermiera, piuttosto che ammettere le proprie responsabilità.
Questa esperienza mi ha lasciato profondamente segnata, non solo professionalmente, ma anche emotivamente. Ho dedicato la mia vita a prendermi cura degli altri, eppure mi sono sentita abbandonata e tradita proprio da chi avrebbe dovuto sostenermi.
La mia storia, purtroppo, non è unica. Troppi professionisti sanitari vengono ingiustamente accusati di negligenza, mentre le vere cause degli errori – come la mancanza di personale, strumenti obsoleti o protocolli inefficaci – vengono ignorate. Questo non solo danneggia i professionisti, ma mette a rischio la sicurezza dei pazienti.
Per questo, scrivo questa lettera non solo per difendere la mia dignità, ma per dare voce a tutti coloro che, come me, sono stati sacrificati sull’altare della comodità e dell’inerzia. Chiedo alle istituzioni, ai media e all’opinione pubblica di prestare attenzione a questa problematica e di lavorare per un sistema sanitario più giusto, trasparente e sicuro per tutti.
Un sistema che non protegge i suoi professionisti non può proteggere i suoi pazienti. È ora di cambiare.
Cordiali saluti,
Angelica C.
Infermiera
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