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Morte improvvisa in corsia.

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L’ospedale Santa Maria era immerso nel silenzio della notte, rotto solo dal ronzio delle luci al neon e dai passi leggeri degli infermieri di turno. Sofia Marini, un’infermiera di 35 anni con una passione smisurata per i gialli e i polizieschi, stava completando il giro di controllo nelle camere del reparto di ginecologia. Era una notte tranquilla, o almeno così sembrava.

Alle 23:51, l’allarme del monitor cardiaco della signora Maria Rossi, una paziente di 67 anni ricoverata per una cistite, iniziò a suonare. Sofia corse nella stanza, trovando Maria in arresto cardio-respiratorio. Nonostante i tentativi di rianimazione da parte di Sofia, di altri infermieri esperti e del medico di guardia, la signora Rossi non riprese conoscenza. Morì pochi minuti dopo.

Un caso che non torna.

Sofia non riusciva a togliersi dalla testa quella morte. Maria Rossi era stata ricoverata per una cistite, una condizione di per sé non grave. Non aveva mai avuto problemi cardiaci o respiratori, anche se fumava da anni. Era diabetica e faceva insulina, ma la sua glicemia era sotto controllo. Nel pomeriggio, durante il suo turno, Sofia l’aveva vista sorridere mentre parlava con una parente, una cugina del marito, che era passata a visitarla.

“Qualcosa non quadra,” pensò Sofia, mentre riordinava la stanza dopo il decesso. “Una morte così improvvisa… non è normale.”

L’inizio delle indagini.

Sofia, con il permesso del primario, decise di indagare per conto suo. La sua passione per i gialli l’aveva resa un’osservatrice attenta e metodica. Iniziò a raccogliere informazioni:

  • Cartella clinica: Maria Rossi non aveva segni di patologie cardiache o respiratorie. L’ultimo ECG, fatto al momento del ricovero, era normale.
  • Farmaci: stava assumendo antibiotici per la cistite e insulina per il diabete. Niente di sospetto.
  • Visite: nel pomeriggio, la cugina del marito, Laura, era stata l’unica visitatrice. Sofia ricordava che Laura aveva portato una bottiglietta d’acqua a Maria, dicendo che era “acqua di sorgente”.

“L’acqua…” mormorò Sofia, mentre controllava la cartella. “Forse è stata avvelenata?”

La cugina misteriosa.

Sofia decise di approfondire il ruolo di Laura. Chiese ai colleghi se avessero notato qualcosa di strano durante la visita. Chiara, un’infermiera che aveva assistito alla scena, ricordò che Laura sembrava nervosa e aveva insistito perché Maria bevesse l’acqua.

“Mi è sembrato strano,” disse Chiara. “Maria non voleva bere, ma Laura ha insistito. Alla fine, Maria ha bevuto un sorso.”

Sofia si recò al laboratorio dell’ospedale, chiedendo di analizzare la bottiglietta d’acqua trovata nella stanza di Maria. I risultati furono scioccanti: l’acqua conteneva una dose letale di potassio, una sostanza che, se assunta in grandi quantità, può causare un arresto cardiaco improvviso.

Il movente.

Con l’aiuto di Gabriele, un amico poliziotto, Sofia iniziò a indagare sulla vita di Maria e della sua famiglia. Scoprì che Maria e suo marito, Giuseppe Rossi, avevano un patrimonio considerevole, frutto di anni di lavoro nell’edilizia. Laura, la cugina, era in gravi difficoltà finanziarie e aveva chiesto più volte un prestito a Giuseppe, che però aveva sempre rifiutato.

“Laura aveva un movente,” pensò Sofia. “Se Maria fosse morta, Giuseppe avrebbe ereditato tutto. E Laura avrebbe potuto convincerlo a darle i soldi.”

La confessione.

Sofia e Gabriele convocarono Laura per un interrogatorio. Inizialmente, la donna negò ogni coinvolgimento, ma quando le mostrarono i risultati dell’analisi dell’acqua, crollò.

“Non volevo ucciderla,” disse Laura, in lacrime. “Volevo solo che si sentisse male, così Giuseppe avrebbe capito che aveva bisogno di me. Ma ho sbagliato la dose…”

Laura confessò di aver messo il potassio nell’acqua, pensando che Maria avrebbe avuto solo un malore. Non si aspettava che la dose sarebbe stata letale.

Giustizia e riflessioni.

Laura fu arrestata per omicidio colposo, mentre Sofia tornò al suo lavoro in ospedale, con un senso di amarezza e soddisfazione. Aveva risolto il caso, ma il prezzo era stato la vita di una paziente innocente.

Quella notte, mentre riordinava la sua scrivania, Sofia aprì un libro giallo che stava leggendo. Sorrise tra sé e sé, pensando che la realtà a volte supera la finzione.

“Forse dovrei scrivere un libro,” pensò, mentre spegneva la luce e usciva dall’ospedale, sotto un cielo stellato.

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  • AngeloRikyDelVecchio-1-copia Morte improvvisa in corsia.

    Angelo Riky Del Vecchio è autore di oltre 20.000 articoli scritti in oltre 30 anni di carriera giornalistica. E' Infermiere Magistrale, Scrittore, Giornalista e Formatore. Ha diretto e fondato il quotidiano sanitario Nurse24.it e oggi dirige il quotidiano AssoCareNews.it. Ha la passione per la scrittura, la lettura e la formazione.

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Angelo Riky Del Vecchio è autore di oltre 20.000 articoli scritti in oltre 30 anni di carriera giornalistica. E' Infermiere Magistrale, Scrittore, Giornalista e Formatore. Ha diretto e fondato il quotidiano sanitario Nurse24.it e oggi dirige il quotidiano AssoCareNews.it. Ha la passione per la scrittura, la lettura e la formazione.

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