L’allarme degli infermieri: “una professione sempre meno attrattiva”.

«Insieme ai medici, siamo la spina dorsale della sanità pubblica. Eppure, la professione infermieristica sta diventando sempre meno attrattiva». A lanciare l’allarme è Francesco D’Ambrosio, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) di Siena, che punta a valorizzare gli infermieri attraverso formazione, rivendicazioni economiche e riconoscimenti professionali.

Il problema della carenza di infermieri.

Nonostante l’importanza emersa durante gli anni della pandemia, la professione infermieristica sta affrontando una crisi di attrattività. «Il calo delle iscrizioni ai corsi di laurea non si è fermato», spiega D’Ambrosio. «Oggi mancano 60mila infermieri in Italia, e il ministro Schillaci ha proposto l’ingresso di professionisti dall’estero per colmare il vuoto».

A Siena, l’OPI conta quasi 1.900 iscritti, di cui più della metà ha oltre 50 anni. «I giovani che si iscrivono all’università sono sempre meno, e il turnover è difficile da garantire», aggiunge il presidente.

Le cause della crisi.

Perché una professione con sbocchi lavorativi sicuri e immediati non attrae più? Secondo D’Ambrosio, le ragioni sono molteplici:

1. Retribuzioni basse: gli infermieri toscani hanno le retribuzioni più basse d’Italia.
2. Mancanza di riconoscimento professionale: rispetto ai medici, con cui lavorano in equipe, gli infermieri non hanno percorsi di carriera equiparati né ruoli di coordinamento riconosciuti.
3. Stress e usura: turni di 24 ore, alta responsabilità e impegno fisico e morale rendono la professione usurante, senza adeguati riconoscimenti.

Le soluzioni proposte.

Per invertire la tendenza, D’Ambrosio propone una serie di interventi:

• Formazione e aggiornamento: corsi dedicati, come quelli annunciati dal Ministero per l’area clinica, per formare professionisti sempre più qualificati.
• Ambienti di lavoro sani e sicuri: migliorare le condizioni lavorative per ridurre lo stress e l’usura.
• Riconoscimenti economici e sociali: aumentare le retribuzioni e valorizzare il ruolo degli infermieri nella sanità pubblica.

Le prossime sfide.

Tra le priorità dell’OPI Siena ci sono:

1. Rafforzare il rapporto con la cittadinanza: promuovere iniziative culturali nel settore sanitario e sensibilizzare i cittadini sull’importanza dell’assistenza personalizzata.
2. Collaborare con le istituzioni formative: diffondere una cultura della cura e della salute, valorizzando le buone pratiche locali.
3. Dialogo con l’Università: garantire formazione continua e aggiornamento per gli infermieri.
4. Rapporti con le aziende sanitarie: lavorare insieme per migliorare il benessere organizzativo, come già avviene all’AOU Senese sotto la guida del DG Antonio Barretta.

Iniziative specifiche.

L’OPI Siena sta portando avanti progetti concreti per rilanciare la professione:

• OPI Itinerante: garantire la presenza dell’Ordine nelle aree più periferiche della provincia.
• OPI Giovani: sostenere i neolaureati e promuovere la professione nelle scuole.
• Rappresentanza istituzionale: valorizzare il contributo degli infermieri alla salute pubblica e alla qualità dell’assistenza sanitaria.

Professione ad un bivio.

La professione infermieristica è a un bivio. Per evitare che la carenza di personale diventi insostenibile, è necessario intervenire con politiche strutturali che migliorino le condizioni lavorative, aumentino le retribuzioni e riconoscano il valore sociale degli infermieri. Solo così sarà possibile garantire un futuro alla «spina dorsale della sanità pubblica».

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