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Vannini (FP CGIL): “il rinnovo del contratto del Comparto non ci convince, alle RSU 2025 in Asl Foggia un impegno in piu per votare le liste e i canditati/e della FP CGIL”.

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CERIGNOLA. Il rinnovo del contratto della sanità pubblica è ancora una volta al centro delle polemiche. Le trattative con l’Aran non hanno portato a soluzioni soddisfacenti per i lavoratori, lasciando irrisolti molti nodi cruciali legati alle condizioni di lavoro, alla valorizzazione professionale e ai diritti economici. È quanto emerso poco fa presso l’aula magna dell’ospedale di Cerignola (FG), città natale di Giuseppe Di Vittorio, nell’ambito di una affollata assemblea sindacale della FP CGIL. Presenti il segretario nazionale Michele Vannini, il segretario regionale Luigi Lonigro, il segretario foggiano Angelo Ricucci e numerosi dirigenti, iscritti e candidati RSU del sindacato.

IMG-20250226-WA0041-1024x768 Vannini (FP CGIL): "il rinnovo del contratto del Comparto non ci convince, alle RSU 2025 in Asl Foggia un impegno in piu per votare le liste e i canditati/e della FP CGIL".

Vannini, unitamente a Lonigro e Ricucci, ha parlato di una situazione insostenibile, con il rischio concreto di un ulteriore indebolimento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Un contratto che non valorizza i professionisti, soprattutto gli Infermieri.

Il contratto collettivo del Comparto Sanità, secondo gli intervenuti, dovrebbe rappresentare un’opportunità per migliorare le condizioni lavorative e le prospettive di carriera dei professionisti sanitari. Tuttavia, la proposta avanzata dall’Aran non include strumenti adeguati per la valorizzazione del personale, da quello infermieristico a quello tecnico, da quello socio-sanitario a quello amministrativo. Un punto critico è l’introduzione dell’assistente infermiere, che, secondo la FP CGIL, abbasserebbe la qualità dell’assistenza e ridurrebbe il costo del lavoro senza reali benefici per il sistema sanitario.

Anche sul fronte del welfare aziendale e dei benefici accessori le risposte sono state deludenti: nessun aumento dei buoni pasto, nessuna eliminazione dell’1/5 a carico dei lavoratori e nessuna proposta di miglioramento per il benessere aziendale.

Nessun progresso per la parte normativa.

Le richieste sindacali riguardanti i profili amministrativi e tecnici, così come le progressioni di carriera, non hanno ricevuto alcun riscontro positivo. Anche sulla questione delle ferie non è stata accolta la richiesta di includere tutte le indennità percepite nelle retribuzioni durante i periodi di riposo, nonostante le sentenze della Cassazione abbiano chiarito il diritto dei lavoratori in tal senso.

La lotta non si ferma.

Di fronte a questa situazione, la mobilitazione sindacale non si arresta. Lo sciopero generale dello scorso novembre ha rappresentato un segnale forte, ma la vertenza continua. Il rinnovo contrattuale, secondo i rappresentanti dei lavoratori, sta diventando uno strumento per svuotare ulteriormente la sanità pubblica, comprimendo i diritti del personale.

Il sindacato chiede non solo un miglioramento delle condizioni contrattuali, ma anche un impegno concreto delle Regioni e del Governo per garantire nuove risorse al SSN, evitando che la sanità pubblica venga ulteriormente penalizzata a favore del settore privato.

La partita è ancora aperta e il futuro della sanità pubblica dipende dalle scelte politiche e contrattuali dei prossimi mesi e soprattutto dai risultati delle Elezioni RSU del 14, 15 e 16 aprile 2025.

Vannini, Lonigro e Ricucci, dopo aver ascoltato i numerosi interventi della platea, tra cui quelli dei Dirigenti e Attivisti della FP CGIL Nicola Gadaleta, Giuseppe Gammino, Francesco Mansi, Angelo Riky Del Vecchio, Mariella Romano, Roberto Menduni e Alessandro Napolitano, si sono soffermati lungamente sulle problematiche locali che in una realtà come la Capitanata sanitaria sono molto differenti da territorio a territorio. Ogni ambito assistenziale va affrontato in maniera assestante, i lavoratori, sia essi Infermieri, OSS, Ostetriche, Professioni Sanitarie, Fisioterapisti, Amministrativi o Tecnici, vanno ascoltati uno ad uno.

Per concludere, mai prendere in giro i lavoratori, ma ascoltarli e sostenerli, perché saranno loro stessi a capire chi è dalla loro parte e chi si fregia di esserlo.

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