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CISL. Infermiere e OSS picchiati a Palermo. Ormai le aggressioni sono all’ordine del giorno.

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Violenza negli Ospedali: urgente la necessità di maggiore sicurezza per gli Operatori. Infermiere e OSS picchiati a Palermo. Protesta la CISL.

Negli ultimi anni, gli episodi di violenza ai danni degli operatori sanitari nei pronto soccorso italiani sono aumentati in maniera allarmante. L’ultimo caso, verificatosi presso l’Ospedale Civico, ha visto un’infermiera e un operatore sociosanitario essere aggrediti da un paziente in stato di agitazione. Un episodio che riaccende il dibattito sulla necessità di misure più stringenti per garantire la sicurezza del personale ospedaliero.

Un problema in crescita.

Secondo i dati del Ministero della Salute, le aggressioni a medici, infermieri e operatori sociosanitari sono in aumento, specialmente nelle aree di emergenza. Le cause possono essere molteplici: tempi di attesa prolungati, sovraffollamento, stress e situazioni di disagio psico-fisico dei pazienti. Tuttavia, ciò non giustifica in alcun modo il verificarsi di episodi violenti, che mettono a rischio non solo la sicurezza dei lavoratori ma anche quella degli altri pazienti.

Le richieste dei sindacati.

Le organizzazioni sindacali, tra cui la Cisl Fp, hanno più volte sottolineato l’urgenza di adottare misure concrete. Tra le proposte avanzate, spiccano:

  • Istituzione di un posto di polizia all’interno dei pronto soccorso più a rischio.
  • Potenziamento dei sistemi di videosorveglianza per monitorare costantemente le aree più critiche.
  • Maggiore presenza di personale di sicurezza, in grado di intervenire tempestivamente in caso di situazioni pericolose.
  • Supporto psicologico per gli operatori sanitari vittime di aggressione, per aiutarli a gestire lo stress post-traumatico.

Le risposte delle istituzioni.

In alcune regioni sono già stati avviati progetti sperimentali per migliorare la sicurezza negli ospedali. Al Policlinico di Foggia, ad esempio, è stato introdotto l'”infermiere dedicato all’accoglienza”, una figura che si occupa di fornire supporto ai pazienti e ai familiari, riducendo così tensioni e possibili conflitti. Inoltre, sono state installate nuove telecamere di sorveglianza e potenziate le squadre di vigilanza.

Tuttavia, questura della salute dei cittadini.e misure non sembrano ancora sufficienti a fermare il fenomeno. Molti operatori sanitari lamentano la mancanza di una strategia nazionale chiara e di fondi adeguati per affrontare il problema.

Basta violenze.

La violenza negli ospedali è un problema che non può essere ignorato. Garantire la sicurezza di medici, infermieri e operatori sanitari non è solo un dovere etico, ma anche una necessità per il corretto funzionamento del sistema sanitario. Il Governo e le Regioni devono intervenire con urgenza per mettere in atto misure concrete, capaci di proteggere chi ogni giorno si prende cura della salute dei cittadini.

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