Sanità Pubblica a rischio: senza riforme il SSN va verso il collasso.
Egr. Direttore di AssoCareNews.it,
la mancata firma del CCNL 2022-2024 e l’incertezza sul rinnovo 2025-2027 stanno aggravando una crisi già in atto nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
L’assenza di una riforma strutturale che garantisca:
- L’uscita dall’Area 3 per i professionisti sanitari
- Una contrattazione separata e più equa
- La regolamentazione dell’indennità di esclusività
porterà a conseguenze drammatiche per l’intero sistema sanitario, con il rischio concreto di un’emorragia di professionisti, un peggioramento delle condizioni di lavoro e una crescente disparità tra pubblico e privato.
Perché uscire dall’Area 3 è una necessità.
Attualmente, le professioni sanitarie dell’Area 3 – tecnici sanitari, fisioterapisti, dietisti, logopedisti, radiologi e molte altre figure – sono costrette a rimanere inquadrate in un comparto che non ne riconosce il valore e le competenze. Questo vincolo ha portato a una serie di criticità:
- Retribuzioni inadeguate, inferiori rispetto ad altre figure sanitarie con mansioni e responsabilità analoghe.
- Blocco della crescita professionale, con limitate possibilità di carriera e avanzamento economico.
- Impossibilità di esercitare la libera professione, obbligando questi lavoratori a una dipendenza esclusiva dal settore pubblico senza possibilità di scelta.
L’uscita dall’Area 3 rappresenta quindi l’unica soluzione per garantire un inquadramento più equo e un trattamento retributivo e contrattuale adeguato alla professionalità e al contributo di queste categorie nel SSN.
La mancata regolamentazione dell’indennità di esclusività: un paradosso da risolvere.
Uno dei principali punti critici riguarda l’indennità di esclusività, attualmente riconosciuta solo ad alcune categorie del SSN (come i medici), ma non ai professionisti sanitari.
Se da un lato questi lavoratori non possono esercitare la libera professione, dall’altro non ricevono alcun riconoscimento economico per il vincolo di esclusività imposto dal sistema pubblico. Questo rappresenta un grave squilibrio rispetto ad altre professioni sanitarie e un’ulteriore causa di disincentivo a rimanere nel SSN.
È quindi urgente regolarizzare l’indennità di esclusività per i professionisti sanitari, garantendo:
- Un compenso adeguato per chi sceglie di lavorare esclusivamente nel pubblico.
- L’opzione di esercitare la libera professione, con regole chiare e flessibili, senza essere penalizzati dal sistema contrattuale.
- Un riconoscimento della professionalità e della specificità di queste figure, parificandole agli altri operatori sanitari che già godono di questi diritti.
Il rischio di una Sanità senza Professionisti: cosa succederà senza riforme?
L’assenza di una riforma e il continuo rinvio dei rinnovi contrattuali comporteranno un effetto domino devastante per il SSN:
- Esodo di massa verso il settore privato e l’estero → Senza prospettive economiche e professionali adeguate, sempre più professionisti sceglieranno di lasciare il SSN.
- Aumento del precariato e del ricorso a cooperative → La carenza di personale fisso spingerà il sistema sanitario a dipendere sempre più da contratti atipici, con effetti negativi sulla qualità dell’assistenza.
- Peggioramento delle condizioni di lavoro → Carichi di lavoro insostenibili e turni sempre più pesanti per il personale rimasto nel SSN, con conseguenze sulla sicurezza dei pazienti.
- Divario crescente tra Nord e Sud → Le regioni con maggiori risorse attireranno i professionisti migliori, lasciando le aree più deboli con un’assistenza sanitaria sempre più carente.
Le soluzioni urgenti: un piano per salvare il SSN.
Per evitare il collasso del SSN, il Governo deve intervenire con misure concrete e immediate:
- Sblocco immediato del CCNL 2022-2024 e riforma del rinnovo 2025-2027, per evitare nuovi blocchi contrattuali in futuro.
- Uscita definitiva dall’Area 3, con una contrattazione separata per i professionisti sanitari, al pari di medici e dirigenti.
- Regolamentazione dell’indennità di esclusività, per riconoscere economicamente il vincolo imposto e garantire una scelta equa tra pubblico e privato.
- Aumento delle retribuzioni e nuove tutele contrattuali, per allineare i salari alle responsabilità effettive di queste categorie.
- Maggiore flessibilità contrattuale, con possibilità di optare per la libera professione senza penalizzazioni.
Il tempo è scaduto.
La sanità pubblica italiana non può più permettersi ritardi e compromessi. Il Servizio Sanitario Nazionale rischia il default, e senza un intervento urgente per garantire rinnovi contrattuali certi, indennità di esclusività e l’uscita dall’Area 3, le conseguenze saranno disastrose per lavoratori e pazienti.
Il Governo deve assumersi la responsabilità di una riforma immediata e strutturale, prima che il SSN collassi sotto il peso dell’inefficienza e della fuga dei professionisti.
Un appello alla responsabilità delle Istituzioni.
Se i professionisti sanitari non hanno più fiducia nelle istituzioni e nelle rappresentanze sindacali, non significa che possano andare via dall’Italia. Semmai, significa che qualcuno deve fare un passo indietro e ascoltare le loro richieste. È il momento di un cambiamento radicale, che non possa più essere rimandato, affinché il SSN resti una risorsa fondamentale per tutti i cittadini.
Dott. Grazio Gioacchino Carchia – TSLB Tecnico Sanitario di Laboratorio e Fondatore del Gruppo PSU Professioni Sanitarie Unite
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