Libera Professione per le Professioni Sanitarie: riforma necessaria per evitare fuga dal SSN.
Analisi della Libera Professione per le 22 Professioni Sanitarie nell’Area 3 del comparto: Stato Attuale e Prospettive di Riforma.
Quadro normativo attuale.
È possibile per le 22 professioni sanitarie dell’Area 3 del comparto esercitare la libera professione, che è regolata in modo frammentario e temporaneo. Il principale riferimento normativo è l’articolo 3-quater del Decreto-Legge 21 settembre 2021, n. 127, modificato dal Decreto-Legge 30 marzo 2023, n. 34, che consente fino al 31 dicembre 2025 agli operatori sanitari del comparto sanità di svolgere attività libero-professionale al di fuori dell’orario di servizio, previa autorizzazione della dirigenza e senza compromettere le esigenze organizzative del Servizio Sanitario Nazionale.
Questa norma rappresenta un passo avanti, ma è limitata nel tempo e non affronta in modo strutturato la possibilità di un’attività libero-professionale stabile, con tariffario e Partita IVA, senza prevaricare il servizio pubblico.
Tentativi legislativi precedenti.
Nel corso degli anni, alcune proposte di legge hanno tentato di regolamentare la questione, ma senza risultati concreti. In particolare, i tentativi si sono concentrati sulle seguenti direttrici:
- Estensione dell’attività libero-professionale in regime di intra moenia, senza prevedere un vero e proprio esercizio autonomo con Partita IVA.
- Maggiore flessibilità per l’esercizio privato, ma senza un inquadramento organico delle tariffe e della regolamentazione fiscale.
Questi tentativi non hanno prodotto una norma organica, lasciando le professioni sanitarie dei quest’Area in una condizione di incertezza normativa.
Modelli possibili per una regolamentazione stabile.
Per rendere permanente la libera professione per queste categorie senza danneggiare la pubblica amministrazione, si potrebbero adottare diverse soluzioni:
- Introduzione di un doppio regime professionale: consentire a tecnici sanitari, infermieri e altre professioni sanitarie di quest’Area di operare in regime di libera professione senza rinunciare all’impiego pubblico, con un tetto massimo di ore settimanali dedicate all’attività privata.
- Tariffario nazionale regolamentato: definizione di un tariffario minimo e massimo, sul modello di quanto avviene per altre professioni ordinistiche, per garantire trasparenza e qualità del servizio.
- Partita IVA per i dipendenti pubblici: istituzione di una normativa ad hoc che consenta ai dipendenti del comparto sanità di esercitare attività autonoma con Partita IVA, similmente a quanto avviene per i medici in intramoenia.
- Fondo di compensazione per la PA: per evitare il depauperamento del servizio pubblico, una quota dei compensi derivanti dall’attività privata potrebbe essere destinata a un fondo per il miglioramento del SSN.
- Compatibilità con l’organizzazione del lavoro pubblico: il modello dovrebbe prevedere che l’attività libero-professionale non interferisca con il rispetto dei turni e della qualità del servizio pubblico.
Impatto sulla distribuzione territoriale.
Una regolamentazione più chiara e strutturata potrebbe anche favorire una migliore distribuzione dei professionisti sanitari sul territorio, contribuendo a supportare sia i colleghi già operanti che le nuove strutture sanitarie in fase di sviluppo. Questo modello potrebbe rappresentare una risposta alla carenza di personale in alcune aree e garantire un migliore accesso ai servizi sanitari per la popolazione.
Prospettive di attuazione.
Una riforma organica che stabilisca la libera professione per le professioni sanitarie dell’Area 3 del comparto su basi permanenti richiede un intervento normativo strutturato. È necessario un confronto politico serio che superi le resistenze tradizionali e garantisca un equilibrio tra interesse pubblico e riconoscimento professionale. Il modello potrebbe basarsi su quanto già avviene per altri professionisti, adattandolo alle peculiarità di tutte le professioni sanitarie, promuovendo la qualità e la sostenibilità del sistema sanitario nazionale.
Dott. Grazio Gioacchino Carchia, TSLB Tecnico Sanitario di Laboratorio Medico
Fondatore del Gruppo Professioni Sanitarie Unite PSU
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