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Angelo, Infermiere aggredito in Pronto Soccorso scende in campo: “è ora di finirla”.

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Infermiere aggredito al Pronto Soccorso di Tor Vergata: la denuncia di Angelo Borea sulle condizioni critiche negli ospedali.

Un nuovo episodio di violenza contro il personale sanitario si è verificato a Roma. Il 9 febbraio, Angelo Borea, infermiere del Pronto Soccorso del Policlinico di Tor Vergata, è stato aggredito da un paziente anziano con demenza senile. Durante l’assistenza, l’uomo in stato di agitazione gli ha sferrato un calcio al volto, causandogli la frattura del setto nasale. La prognosi per l’infermiere è di 30 giorni.

Borea ha sporto denuncia e il Policlinico ha annunciato che si costituirà parte civile. Ma l’infermiere non si ferma alla sua vicenda personale: denuncia una situazione ormai insostenibile per il personale sanitario, in particolare negli ospedali romani.

Sanitari sotto attacco: un’emergenza quotidiana

L’aggressione subita da Borea non è un caso isolato. Secondo il suo racconto, episodi di violenza fisica e verbale nei confronti di medici e infermieri sono all’ordine del giorno. A peggiorare la situazione ci sono condizioni di lavoro estreme:

✅ Turni sotto organico
✅ Carichi di lavoro eccessivi
✅ Aggressioni frequenti da parte di pazienti e familiari
✅ Stipendi inadeguati rispetto alle responsabilità
✅ Scarsa tutela professionale

“Ritmi disumani che mettono a rischio la salute di tutti”

Per far capire la gravità della situazione, Borea cita un turno particolarmente drammatico: in sole cinque ore, lui e una collega hanno dovuto gestire sette codici rossi, oltre ai pazienti ordinari. Un carico di lavoro che, oltre a mettere a dura prova il personale, può compromettere la qualità dell’assistenza ai pazienti.

“Questi ritmi sono disumani”, denuncia l’infermiere, sottolineando come le condizioni di lavoro abbiano ripercussioni non solo sulla salute fisica e mentale degli operatori sanitari, ma anche sulla loro vita privata e familiare.

Quali soluzioni per fermare le aggressioni in corsia?

L’aggressione di Borea riaccende i riflettori sulla necessità di maggiori tutele per il personale sanitario. Tra le possibili soluzioni:

  • Aumento degli organici per ridurre il sovraccarico di lavoro
  • Presidio delle forze dell’ordine nei Pronto Soccorso
  • Sanzioni più severe per chi aggredisce i sanitari
  • Maggior supporto psicologico per il personale esposto a stress continuo

La vicenda di Angelo Borea è solo la punta dell’iceberg di una crisi che riguarda tutti gli ospedali italiani. Servono interventi urgenti per garantire sicurezza e dignità a chi ogni giorno lotta per salvare vite.

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