CO-mai: appello umanitario urgente: aiuti sanitari per la popolazione palestinese in rientro nel Nord di Gaza. No alla proposta di Trump di trasferire i palestinesi in Giordania ed Egitto.
Aodi, Kamel Belaitouche e Eddaoudi Tilouani: “Siamo di fronte a un disastro umanitario senza precedenti. Servono aiuti sanitari immediati, non soluzioni politiche che violano i diritti umani.”
ROMA 30 GEN 2025 – Le associazioni UMEM (Unione Medica Euromediterranea) e Co-mai (Comunità del Mondo Arabo in Italia) con la collaborazione dell’Agenzia Britannica Mondiale Informazione Senza Confini (AISC) e di Radio Co-mai Internazionale, esprimono la loro profonda preoccupazione per la drammatica emergenza sanitaria e umanitaria che sta colpendo la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza, aggravata dal rientro massiccio degli sfollati nel nord del territorio.
Secondo le ultime stime, oltre mezzo milione di palestinesi, tra cui donne e bambini, stanno tornando nelle loro case dopo mesi di devastazione e precarietà assoluta. Tuttavia, questo rientro avviene in condizioni di totale emergenza: le infrastrutture sanitarie sono al collasso, gli ospedali e i centri di assistenza sono stati gravemente danneggiati e manca tutto il necessario per garantire cure adeguate alla popolazione.
Ecco la disamina e l’analisi della situazione geopolitica da parte del Prof. Foad Aodi, medico, giornalista internazionale, esperto in salute globale e direttore dell’AISC (Agenzia Britannica Internazionale Senza Confini), nonché membro del Registro Esperti FNOMCEO e 4 volte consigliere dell’OMCeO di Roma e docente dell’Università di Tor Vergata.
Emergenza sanitaria e bisogno di intervento immediato.
Le condizioni di vita nei territori colpiti dal conflitto sono estremamente precarie. Le principali criticità sanitarie includono:
• Carenza di farmaci essenziali e attrezzature mediche per il trattamento di feriti, malati cronici e pazienti bisognosi di cure urgenti.
• Distruzione delle strutture sanitarie: ospedali e cliniche non sono operativi a causa dei bombardamenti e della mancanza di forniture.
• Diffusione di malattie infettive dovuta alla scarsa igiene, alla mancanza di acqua potabile e alle condizioni di sovraffollamento nei rifugi temporanei.
• Malnutrizione e disidratazione: molte persone, specialmente bambini e anziani, sono in condizioni critiche a causa della scarsità di cibo e acqua sicura.
Le richieste urgenti alla comunità internazionale
Così il Prof. Foad Aodi: “Il ritorno degli sfollati nel nord di Gaza avviene in uno scenario apocalittico, senza acqua potabile, senza elettricità e con ospedali al limite del collasso. La popolazione ha bisogno immediato di assistenza sanitaria, forniture mediche, vaccini e personale specializzato. Serve un intervento rapido e coordinato.”
Le associazioni AMSI, UMEM, Co-mai e Uniti per Unire chiedono con forza:
1 Invio immediato di aiuti sanitari: farmaci, attrezzature mediche, ambulanze e forniture essenziali per gli ospedali ancora attivi.
2 Attivazione di corridoi umanitari sicuri per permettere il passaggio di personale medico e volontari.
3 Rafforzamento del ruolo dell’OMS con finanziamenti adeguati per operare in maniera autonoma e indipendente.
4 Monitoraggio internazionale per garantire il rispetto dei diritti umani e impedire ulteriori ostacoli all’assistenza sanitaria.
5 Coinvolgimento della comunità medica internazionale per fornire supporto tecnico e professionale alle strutture sanitarie in crisi.
6 Accoglienza immediata dei feriti negli ospedali europei, oltre all’invio di ospedali mobili e personale specializzato.
7 Fornitura di acqua potabile e cibo sicuro, fondamentali per prevenire ulteriori crisi sanitarie.
No alla proposta di Trump, sì agli aiuti sanitari
Le associazioni Co-mai e UMEM si oppongono fermamente alla proposta dell’ex presidente USA Donald Trump di trasferire i palestinesi in Giordania ed Egitto. Al contrario, apprezzano la posizione della Giordania e dell’Egitto, che hanno rifiutato questa ipotesi, ribadendo il diritto del popolo palestinese a rimanere nella propria terra.
Il Prof. Aodi sottolinea con forza:
“La questione di Gaza è oggi la prima emergenza sanitaria mondiale. La popolazione rischia di perdere l’assistenza sanitaria tra i 44 paesi che contano 350 milioni di persone in crisi sanitaria. Per questo diciamo NO alla proposta di Trump e SÌ agli aiuti sanitari immediati.”
Dati allarmanti: la crisi sanitaria di Gaza in numeri
Secondo Radio Co-mai Internazionale e le indagini dei medici di UMEM, nelle ultime 24 ore:
• 11 vittime (di cui 9 deceduti per mancanza di cure e 2 nuovi) e 11 feriti sono arrivati negli ospedali della Striscia di Gaza.
• Dal 7 ottobre 2023, il bilancio totale è salito a 47.317 morti e 111.494 feriti.
• Il Ministro dell’Interno turco Ali Yarli Kaya ha annunciato la partenza della quattordicesima nave di aiuti umanitari “La Nave della Bontà” dal porto di Mersin verso la Striscia di Gaza con 871 tonnellate di aiuti, tra cui:
-10.460 tende
-14.350 coperte
-20 unità di servizi mobili
-300 generatori elettrici
-Altri materiali di soccorso essenziali
Inoltre stanno arrivando aiuti da numerosi paesi arabi e europei. Necessitano più di 1000 camion al giorno di aiuti sanitari e umanitari per poter far fronte alle esigenze della popolazione palestinese.
Un impegno concreto per la pace e la salute globale
AMSI, UMEM, Co-mai e Uniti per Unire ribadiscono il loro impegno per il dialogo, la cooperazione sanitaria internazionale e il sostegno alle popolazioni colpite da guerre e crisi umanitarie.
“La salute è un diritto universale che va garantito a tutti, indipendentemente da appartenenze politiche o religiose. La comunità internazionale ha il dovere morale di intervenire.”, conclude Aodi.
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