OSS Strumentisti? Una scorciatoia pericolosa per la Sanità.

La proposta dell’Azienda Ospedaliera di Padova di formare gli Operatori Socio Sanitari (OSS) come strumentisti di sala operatoria ha scatenato un acceso dibattito tra i professionisti sanitari. Il sindacato Nursing Up, tramite il suo presidente Antonio De Palma, ha definito l’iniziativa “inaccettabile e pericolosa per la sicurezza dei pazienti”, chiedendone l’immediata sospensione.

Perché gli OSS Strumentisti sono un problema?

Il ruolo dello strumentista in sala operatoria è cruciale: non si tratta solo di passare strumenti al chirurgo, ma di prevedere le sue mosse, conoscere l’intervento e garantire l’asepsi e la sicurezza del paziente. Compiti che, secondo il Dm 739/1994, competono esclusivamente all’infermiere.

La proposta veneta prevede la formazione di OSS con un corso di 450 ore per sopperire alla carenza di infermieri, ma questa soluzione rischia di generare confusione dei ruoli, con gravi conseguenze:

✅ Rischio clinico: Un OSS, pur formato, non ha il background accademico per gestire situazioni critiche intraoperatorie.
✅ Caos organizzativo: Creare una figura ibrida tra OSS e infermiere complica la gestione del personale e dei turni.
✅ Conseguenze legali: L’articolo 348 del Codice Penale punisce l’esercizio abusivo della professione sanitaria. Chi autorizza gli OSS strumentisti potrebbe incorrere in responsabilità legali.

Demansionamento sistematico: il vero problema.

Questa iniziativa è solo l’ennesimo capitolo di una politica al ribasso sulla professione infermieristica. Si parla sempre più di super OSS, assistenti infermieri e figure intermedie, mentre gli infermieri vengono sistematicamente sottopagati, demansionati e costretti a lasciare il Paese.

La carenza di infermieri non si risolve con scorciatoie: servono salari adeguati, migliori condizioni lavorative e un piano di assunzioni serio.

Affidare il ruolo di strumentista agli OSS non è una soluzione, ma un rischio per l’intero sistema sanitario. La sicurezza dei pazienti e la tutela della professione infermieristica non possono essere sacrificate per colmare le lacune di un sistema che, invece di valorizzare le competenze, cerca vie più semplici ma pericolose.

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