Infermiere: una professione tra ottimismo e pessimismo.
Scegliere di intraprendere la professione infermieristica in una società in costante evoluzione implica una profonda consapevolezza della realtà nella sua complessità e vulnerabilità. È essenziale possedere uno spirito altruista che rappresenti il fondamento della professione. Questo comporta una continua riflessione sulla propria esistenza, sia a livello affettivo che relazionale. L’aspetto più gratificante della professione infermieristica è la capacità di apprezzare autenticamente la vita e i valori fondamentali come amicizia, famiglia e amore, offrendo un sorriso a chi attraversa un momento difficile senza aspettarsi alcuna ricompensa.
Competenze tecniche e relazionali
Oltre alle competenze tecniche richieste per somministrare le terapie prescritte dal medico, vi sono le competenze relazionali e, in quella dimensione umana, bisogna prestare attenzione sviluppando capacità nel stabilire rapporti significativi con i pazienti, indipendentemente dalla loro condizione sociale o culturale, migliorando in modo sostanziale assistenza e cure. Costruendo quel bagaglio professionale in cui tecniche e abilità relazionali siano sinonimo di professionalità, considerando che l’infermiere interagisce non solo con individui di tutte le età, ma collabora con diverse professionalità, orientato al lavoro di squadra e prendendo decisioni in autonomia.
Flessibilità e adattabilità
Sono qualità essenziali per gli infermieri, che operano in contesti imprevedibili e devono saper rispondere efficacemente alle diverse circostanze. Spesso si trovano a lavorare per turni prolungati e con orari variabili; di conseguenza, la flessibilità riveste un’importanza fondamentale. Un lavoro impegnativo non solo dal punto di vista fisico, per le ore trascorse in piedi e in movimento costante, ma anche sul piano mentale ed emotivo, poiché implica l’affrontare situazioni cariche di sofferenza.
Essere punto di riferimento per i pazienti
In tale ruolo, l’infermiere deve essere in grado di trasmettere sicurezza e fiducia, garantendo ai pazienti un ambiente in cui possano sentirsi a loro agio, e la percezione di poter contare sull’infermiere in ogni momento. Questa responsabilità esige una preparazione approfondita e pazienza, soprattutto riguardo alle relazioni interpersonali. È imperativo saper ascoltare attentamente e osservare il linguaggio del corpo; talvolta, basta un’espressione del paziente per comprendere la gravità della situazione o intuire la sofferenza e il disagio che non sempre vengono esplicitati verbalmente.
Essere altamente motivati
Essere infermiere non è semplicemente un lavoro, ma una vera e propria missione, da affrontare con dedizione, competenza e un costante aggiornamento delle proprie conoscenze. Questo approccio è fondamentale per garantire un’assistenza che si fonda sulle migliori evidenze scientifiche disponibili. La grandezza della professione infermieristica risiede nella consapevolezza che, anche nelle circostanze più complesse, esiste sempre quella sensibilità emotiva necessaria per il miglioramento continuo e per trattare i pazienti con umanità.
Turni estremamente impegnativi
Il lavoro in turnazione è contraddistinto da un elevato livello di stress, dove è fondamentale mantenere un alto grado di attenzione, poiché la vita dei pazienti dipende anche dalle azioni individuali. Spesso, lo stress eccessivo contribuisce al malessere professionale. La persistente carenza di personale ha portato a un sovraccarico lavorativo incrementando la pressione psicologica, soprattutto per chi lavora nel settore dell’emergenza.
Mancanza di rispetto nell’ambiente lavorativo
Spesso viene trascurata l’autonomia dell’infermiere, il quale non deve essere considerato esclusivamente un supporto al medico durante interventi, esami strumentali e visite specialistiche, ma anche un fondamentale fornitore di informazioni e sostegno psicologico per pazienti e loro familiari, Art. 1 comma 2 D.M. 739/1994.
Mancata valorizzazione delle competenze
Questo rappresenta un ulteriore fattore di scarsa attrattività per i giovani. Tuttavia, la categoria infermieristica costituisce il fondamento del servizio sanitario nazionale, all’interno del quale si articola l’assistenza sanitaria nel nostro Paese. Molti colleghi, tra turni di lavoro e sacrifici personali, hanno cercato di accrescere le proprie qualifiche senza ricevere alcun riconoscimento a livello contrattuale né opportunità di carriera. Questa situazione evidenzia come non riusciamo nemmeno a rappresentare un valore aggiunto per il sistema sanitario.
Povertà e violenza
Attualmente, questi due termini caratterizzano in modo preponderante la quotidianità nei mass media, a causa di retribuzioni inadeguate rispetto a quelle di altri Paesi europei, dove questa professione è significativamente meglio remunerata. Inoltre, la violenza si sta diffondendo su tutto il territorio nazionale, nonostante l’esistenza di normative specifiche. Contestualmente, si riscontra una persistente carenza di rappresentanza che, nonostante i numeri considerevoli, non riesce a trovare portavoce capaci di sostenere le istanze promosse da anni e che ancora non hanno ottenuto una definizione adeguata nei luoghi deputati della democrazia. È essenziale conferire dignità a una professione che, anziché crescere, sta subendo un progressivo declino sia in termini di forza lavoro che di numero complessivo.
Da questa analisi emerge chiaramente che ci troviamo dinanzi a una professione in crisi e in uno stato di continua agitazione; tale percezione varia notevolmente a seconda delle diverse aree geografiche, tra nord e sud. È giunto il momento di difendere il Servizio Sanitario Nazionale in ogni sua dimensione e attività prima che esso assuma i contorni di una vera struttura privatistica, rendendo poi difficile ripristinarlo nella sua triade fondante: universalità, uguaglianza ed equità, garantendo così piena attuazione all’articolo 32 della Costituzione.
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